Un viaggio indietro nel tempo, per conoscere quattro generazioni di una famiglia.

Un romanzo che ha inizio con l’epilogo, la storia di quattro generazioni di una famiglia, raccontata a ritroso. E’ Il contrario delle lucertole di Erika Bianchi, romanzo pubblicato da Giunti.

Nel 1948 Zaro Checcacci, giovane aggiustatore di biciclette, parte da Ponte a Ema, borgo fiorentino, per dare vita al proprio sogno: quello di partecipare al Tour de France con il seguito di Gino Bartali. Un tour che si rivela indimenticabile, con la seconda vittoria del campione. Quando Zaro sta festeggiando insieme al gruppo, in un locale della costa bretone, incontra la giovanissima Lena, che nove mesi più tardi dà alla luce Isabelle, la voce narrante che il lettore incontra all’inizio del racconto, colei che inquadra, anni dopo, le generazioni di una famiglia che le appartiene solo in parte.

Nel 1959 Zaro incontra per la prima volta la figlia a Ponte a Ema. Nel frattempo si è sposato, ha avuto un figlio, Nanni, che vede la sorellastra, mai riconosciuta dal padre, quando ha già nove anni. E nonostante le avversità, i due diventano nel tempo veramente fratelli, instaurando un rapporto di profondo affetto.

Da qui parte un viaggio indietro nel tempo, che viene raccontato da più voci che si alternano tra i capitoli, per ritrovare la memoria di quello che è stato e di ciò che è nel presente, al capezzale dell’oramai anziano Zaro.

Nel romanzo di Erika Bianchi ci sono tanti episodi di amore, tradimento, passione, ma anche di solitudine, colpe, rimorsi. Quello che è stato per Isabelle, figlia di un amore che non è mai sbocciato e che ha lasciato inevitabili strascichi su di lei e sulle figlie sue e di Carlo, Marta e Cecilia.

Mentre Marta, la più grande, ha un carattere forte e ha trovato una sua strada, Cecilia lotta contro il cibo, cadendo nella voragine impietosa della fame continua, in grado di debilitare la mente e l’intelligenza della ragazza.

Le colpe dei padri ricadono sui figli, o almeno, quello che si è vissuto in qualche modo si riversa sempre anche su chi amiamo. Isabelle non ha saputo essere madre, perché non ha saputo essere figlia.

Bianchi ha saputo raccontare egregiamente di vicende e rapporti familiari complessi, di retaggi che non si possono cancellare, di equilibri che stentano a rimanere tali, e per questo è fondamentale cercare di andare avanti e non fermarsi mai, come in sella ad una bicicletta per evitare di cadere.

E come dice Cecilia “Il contrario delle lucertole siamo noi che quando perdiamo un pezzo di coda, non solo non ci ricresce, ma continua a farci male”.

 

 

 

 

 

Erika Bianchi

Il contrario delle lucertole

Giunti

Pagine: 303

Prezzo: 16,00 euro

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