Tra Sudan, Inghilterra e Scozia, la storia di Mhairi. Il confine.

La scrittrice inglese Nicky Singer torna con un libro che racconta una realtà che non considera distopica, tutt’altro. Basandosi su temi d’estrema attualità come l’inquinamento, l’immigrazione, e tutto quello che inevitabilmente coinvolge i rapporti umani, Il confine ( DeA Planeta) racconta la travagliata storia, ambientata in un futuro non troppo lontano,  di Mhairi Anne Bain, tra la Scozia, il Sudan, l’Inghilterra: una lotta per tornare a casa, dalla nonna, perché Mhairi ha dovuto prendere la sua strada senza il padre e la madre, sola, con una pistola senza munizioni e un documento d’identità che mostra i suoi quattordici anni, età a cui nessuno crede, perché sembra più grande. Mhairi non si fida di nessuno, ovviamente, va avanti per la sua, faticosa, strada, tra il rischio di essere catturata e deportata e la speranza di tornare ad una vita che tale si possa considerare. Sulla via, però, incontra un bambino, di pelle scura e coperta di polvere, magro e con gli occhi neri come due buche. Il ragazzino non parla, ma è evidente che sia solo. Mhairi non può, non riesce a fare a meno di aiutarlo, di portarlo con sé, anche se conosce il rischio di portare in Scozia un clandestino, perché lui i documenti non li ha.

Parlando con Nicky Singer a proposito del suo romanzo  arriva forte il bisogno, l’urgenza di parlare di problemi come il cambiamento climatico, dell’importanza del messaggio di Greta Thunberg e della fiducia nei giovani e della fortuna di avere una cosa chiamata hashtag, che può portare un messaggio ovunque, coinvolgere milioni di persone. Continua a leggere