Vipere a San Marco

Paolo Forcellini, giornalista veneziano, ha da poco pubblicato con Marsilio Vipere a San Marco, un giallo divertente e appassionante la cui ambientazione è perfetta: Venezia, con le sue calli e i suoi canali, è palcoscenico affascinante e unico. Su questo palco si muove il protagonista Alvise Selvadego, giornalista de L’istrice, un uomo con un passato di alcolismo, una famiglia andata in pezzi, che ha perso la fiducia in sé stesso per quanto riguarda l’amore e l’approccio con le donne, ma non quella nelle sue capacità nel lavoro, cui si dedica giorno e notte, sempre alla ricerca di storie di cronaca, sempre con occhi e orecchie ben aperti per trovare tracce e soluzioni prima di tutti.

Così, quando il patriarca, il capo della diocesi Franco Bisato, scompare improvvisamente nel nulla lasciando la città ammutolita, le antenne di Selvadego di rizzano immediatamente. Dove è finito Bisatto? E’ stato rapito? Ma da chi? Oppure è andato via di sua volontà? La giornata inizia così concitata in redazione, con la “messa cantata”, ovvero la riunione giornaliera tenuta dal megadirettore Zambon, pronto a castigare tutti, specie Selvadego, che vorrebbe quanto prima pensionato. Continua a leggere

Il dannato caso del Signor Emme

Una storia pazza, che prende vita attraverso personaggi pazzi, divertenti e tutti a loro modo, brillanti, è quella narrata da Massimo Roscia in Il dannato caso del Signor Emme ( Exorma).

Ma chi è il Signor Emme? Sveliamo subito il mistero, Emme è Paolo Monelli, giornalista scomparso nel 1984 a Roma. Il New York Times lo ricordò non solo come giornalista ma anche come uno dei romanzieri migliori in Italia. Monelli fu inviato in Europa tra fascismo e resistenza e raccontò all’Italia esperienze eccezionali. Nonostante tutto questo Monelli sembra essere sparito dalla memoria dei suoi compatrioti, insieme al suo immenso lascito. Continua a leggere

Nadia. Un mistero a Hollywood

Tra i vari campi in cui le donne non hanno mai avuto vita facile c’è anche quello dei fumetti. Per fortuna però, ci sono sempre donne che non demordono, e arrivano laddove non si pensava. Nel mondo del disegno merita certamente una menzione Lina Buffolente ( 1924-2007), la prima disegnatrice di comics in Europa, non solo in Italia. Tra le innumerevoli tavole da lei realizzate quelle per Buffalo Bill, Tom Mix e Tom Bill, e poi quelle per i grandi classici come Piccole donne, Orgoglio e pregiudizio, e ancora Zanna Bianca.

Oggi i fumetti di Buffolente si possono ammirare in Nadia . Un mistero a Hollywood, la cui storia è stata scritta da Arutnev, ovvero Giulio Cesare Ventura, dirigente d’azienda, editore e sceneggiatore, fondatore della Ventura Editore e anche il primo ad utilizzare il termine romanzo rapportato alla letteratura disegnata.

Il volume, edito Rina Edizioni, con prefazione di Laura Scarpa che ben spiega la storia del fumetto a partire dal dopoguerra, quando i fumettisti italiani lavoravano in anonimato o sotto pseudonimo, racconta una storia ambientata a Hollywood nel 1946: qui Nadia, attrice del momento, è ammirata e corteggiata da tutti. Continua a leggere

Una donna in guerra

Aba o Ice, Aba e Ice. Due facce della stessa donna: una moglie e madre da una parte, funzionaria dei servizi segreti che non può rivelare nulla a nessuno che la conosca al di fuori del lavoro dall’altra.

Roberto Costantini è tornato a raccontare la vita di Aba Abate, e dopo Una donna normale, è uscito in libreria con Una donna in guerra ( Longanesi).

Aba non riesce più a tenere insieme i pezzi della sua vita, il matrimonio con Paolo sta andando a rotoli e lei stenta a riconoscere quell’uomo mansueto e accondiscendente, forse troppo accondiscendente, che è sempre stato, il rapporto con i suoi figli adolescenti si fa più tagliente. E certamente, una parte di colpa va al suo mestiere.

Un mestiere duro, che ha a che fare con la sicurezza nazionale, qualcosa che la tiene occupata più di quanto vorrebbe ma di cui non può fare a meno. Certamente non dopo aver perso una delle figure maschili più importanti della sua esistenza a causa di due terroristi che volevano fare una strage in Italia. Continua a leggere

Perché ti ho perduto

La poesia, la follia, l’infanzia dura con la guerra in corso. Fa tutto parte del bagaglio di Alda Merini, la poetessa dei Navigli, tanto cara non solo ai milanesi ma a tutti gli italiani che possono godere ogni giorno delle sue opere. Ma come sono nati i suoi scritti? Lo racconta in maniera altrettanto poetica Vincenza Alfano in un libro edito da Giulio Perrone intitolato Perché ti ho perduto. Una biografia liberamente ispirata in cui fa capolino, prendendosi poi la scena, l’amore.

Alda Merini era una voce libera, non amava e non sottostava ai compromessi: non ci stava, a seguire le regole. Rivelazione del Cenacolo di Giacomo Spagnoletti, Alda divenne l’amante di Giorgio Manganelli, sposato, con una famiglia, al quale aveva donato tutta sé stessa sapendo di andare incontro alla sofferenza, che svaniva però ad ogni loro incontro. Continua a leggere

Il pregiudizio della sopravvivenza

Vedere una vespa gialla sfrecciare per le vie di Milano significa una cosa sola: è tornato Enrico Radeschi, il personaggio più amato di Paolo Roversi. L’autore prosegue nel raccontare le innumerevoli vicissitudini che riguardano il cronista che usa andare in giro sul suo mitico  giallone,  creatore di “Milano nera”, sito che raccoglie ormai un seguito incredibile di lettori.

In Il pregiudizio della sopravvivenza  ( Marsilio ) Enrico non solo sta avendo un discreto successo lavorativo, ma ha anche trovato l’amore: Si tratta di Andrea, una ragazza che lavora con lui.

Poco prima di San Valentino, però,  Andrea sparisce nel nulla mentre si trova a Salisburgo per una conferenza. Radeschi non impiega molto tempo a capire che la scomparsa di Andrea ha a che fare con lui e con il suo passato, un passato che l’ha già costretto a sparire per troppo tempo e che ora si ripresenta per rovinargli la vita. Anzi, che la vita vuole togliergliela. Possibilmente insieme a quella delle persone a cui vuole bene. Continua a leggere

Amami come nei film

Un libro per gli amanti del cinema e delle storie d’amore, quello di Owen Nicholls intitolato Amami come nei film e pubblicato da Sperling&Kupfer.

Colmo di citazioni cinematografiche e descrizioni di scene dei classici del grande schermo ( e non poteva essere diversamente, visto che l’autore inglese è sceneggiatore), il romanzo parla di Nick, che lavora in un cinema come proiezionista, e di Ellie, la ragazza che l’ha stregato la sera delle elezioni di Obama nel 2008, la donna di cui si è innamorato ed è stato ricambiato per quattro anni, con la quale ha vissuto fino a quando lei, un giorno se ne è andata. Continua a leggere

L’arte di legare le persone

Ci sono vite che sono romanzi. Bisogna solo scriverle, portarle sulla carta. Questo ha fatto Paolo Milone, psichiatra genovese che ha lavorato in un Centro di studio mentale e poi in un reparto di Psichiatria d’urgenza, che ha da poco pubblicato con Einaudi L’arte di legare le persone.

L’arte di legare le persone è appunto la vita di Milone, raccontata attraverso i suoi pazienti, un libro senza sequenza temporale, una narrazione tramite frasi brevi, concise, che trasmettono tutta la gravità di un lavoro come quello dello psichiatra, che quotidianamente si rapporta con i problemi della gente e non sempre riesce a salvare chi proprio non ce la fa più. Con dosi d’ironia necessaria, l’autore racconta di come il suo mestiere lo tenesse occupato ventiquattro ore al giorno, tra visite, TSO, telefonate. E quando aveva un giorno libero, Milone aveva tempo di ascoltare i problemi dei suoi amici.

Un lavoro, una vita. Continua a leggere

IL messaggio nella bottiglia

I messaggi in bottiglia possono impiegare molto tempo prima di farsi trovare. E proprio come un messaggio in bottiglia alcuni libri vanno ripresi e letti a distanza di tempo.

Il messaggio nella bottiglia, romanzo di Jussi Adler- Olsen è uno di questi, non solo per via del titolo. Pubblicato per la prima volta nel 2013 da Marsilio, questo lungo e intricato quanto affascinante giallo racconta una storia terribile, perpetrata nel tempo. Come sempre il passato delle persone torna a galla, quello che viviamo da bambini  lo portiamo sempre con noi, con ciò che diventeremo.

Dalla contea danese di Orcadi sino alla Danimarca, dunque, dopo tanti anni riaffiora una bottiglia: rovinata dal tempo, dal sole, dal freddo, dalla salsedine, questa bottiglia contiene un messaggio importante che trova spazio sulla scrivania dell’ispettore Carl Morck, capo della Sezione Q per i casi irrisolti. E tutto d’un tratto, quelle poche lettere sbiadite prendono forma in una frase agghiacciante, una richiesta d’aiuto. Continua a leggere