Il movente della vittima

Gli amanti del giallo avranno hanno avuto modo di conoscere Leo Salinas, il giovane cronista di nera  nato dalla penna del giornalista e scrittore Giuseppe Di Piazza e arrivato ai lettori con il romanzo Malanottata. Oggi ritroviamo Leo in  Il movente della vittima ( HarperCollins): è il 1984, siamo come sempre a Palermo. E’ un periodo di numerosi morti per mano della mafia, un periodo in cui gli articoli di nera sono di numero nettamente superiore a quelli di qualsiasi altro argomento, e Leo è lì, sempre presente, sempre pronto a prendere la sua vespa con il suo sogno di diventare giornalista professionista, affamato di verità.

La storia che Leo si appresta a raccontare ai lettori del quotidiano per cui scrive appare subito strana però, diversa dalle altre che ha seguito: nella stanza 224 del Grand Hotel Aziz è stato trovato un cadavere, quello del vecchio Avvocato Prestia.

Prestia è seduto alla scrivania della stanza dove, si apprenderà poco più tardi, vive da vent’anni da recluso. Una pallottola in testa. Ma la cosa più strana è che davanti a lui c’è Minico, il suo cameriere personale. Non un cenno, non una parola: Minico è davanti al morto, davanti alle carte con cui avevano giocato insieme  sino a qualche minuto prima,  la pistola in una mano.

E’ chiaro che sia stato il giovane. Non lo ammette, ma non fa nemmeno un gesto per difendersi.  Si fa arrestare e non chiede nemmeno la presenza del suo avvocato. Che per altro non ha.

Le informazioni in mano alla polizia sono dunque quasi nulle, ancora meno quelle per Leo, che però non si arrende, e trova il modo di parlare con la madre di Minico e con lo stesso ragazzo; vuole capire come siano andate davvero le cose: è chiaro che il cameriere abbia ucciso l’Avvocato, ma perché? Perché non dice nulla? E per quale motivo Prestia, un Avvocato di fama in gioventù, con una gran mole di processi vinti nel curriculum, viveva come un eremita, in un albergo di lusso, certo, ma sempre da eremita?

Qualcosa fa supporre che si possa trattare di un omicidio passionale, forse l’uomo era omosessuale e si era infatuato, non corrisposto, da Minico. Ma troppe cose non tornano, troppi tasselli non trovano il loro posto, Leo Salinas lo sa,  e sa che a Palermo è difficile che un omicidio non abbia a che fare con la mafia. Ma in questo preciso caso, cosa può avere a che fare la mafia con un giovane all’apparenza così tranquillo, un assassino davvero improbabile?

 

Ce lo racconta Di Piazza, con un giallo che riporta indietro nel tempo, in un luogo dove la malavita sembra gestire proprio ogni cosa in contrapposizione ad un paese di bellezza rara. Senza dimenticare di portare il lettore a sviluppare non solo la vista, ma anche olfatto e gusto, perché si sa, se ci si trova in Sicilia, nessuno può fare a meno delle sue ricette davvero uniche, nemmeno un cronista di nera che va sempre di corsa per arrivare alla verità.

Giuseppe Di Piazza

Il movente della vittima

HarperCollins

Pagine: 299

Prezzo: 17,00 euro

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