Che cosa c’è da ridere

Cosa c’è da ridere quando ti tolgono la libertà, ogni diritto, quando ti additano come il male del mondo e ti buttano in un campo di concentramento? Nulla, verrebbe da dire. Veramente nulla.

Le risate in situazioni critiche e terribili possono essere interpretate in due maniere: come mancanza di rispetto la prima, come arma di difesa la seconda.

E’ sull’approccio alla risata in tempi di guerra che prende vita l’ultimo romanzo di Federico Baccomo intitolato Che cosa c’è da ridere ( Mondadori), così, senza un punto interrogativo: un titolo che cattura l’attenzione proprio per quella mancanza. Ma quella mancanza di interrogativi viene compresa appieno, durante la lettura di questa storia unica, il cui protagonista è l’ebreo Erich Adelman.

Erich è un ragazzino quando lo conosciamo, vive a Berlno negli anni ’30, ha solo suo padre, che non perde occasione per dirgli quanto avrebbe preferito vedere morire lui invece di sua madre, deceduta durante il parto. Continua a leggere

Ma tu sei felice?

Saverio e Vincenzo si conoscono da molti anni e come tutti gli amici si confidano, si raccontano quello che succede nelle rispettive vite. Capita poi che le loro conversazioni si facciano serie, che uno dei due abbia un problema familiare, e cosi se ne parla per cercare conforto e consigli. Saltando però del tutto da un argomento all’altro perdendo completamente il punto della discussione. In maniera esilarante.

Saverio e Vincenzo sono i due protagonisti del romanzo in forma di dialogo Ma tu sei felice?  di Federico Baccomo, da poco uscito per Solferino. Chi conosce lo scrittore sa quanto possa essere dissacrante, quanto sia tagliente la sua ironia. In questo ultimo libro non è da meno.

I due amici sono presumibilmente sui quarantacinque anni, vivono e lavorano a Milano, sono sposati, e Vincenzo è padre di Giulio, nove anni. E’ l’ora dell’aperitivo, zona Garibaldi, quando Vincenzo domanda a Saverio ” Ma tu sei felice?”. L’amico risponde ” dipende” . Continua a leggere

E se una chat fosse in grado di rivelarci quando qualcuno ci sta mentendo?

Social network, applicazioni, chat: tutti prodotti della tecnologia che mirano a metterci in contatto col mondo, a trovare un nuovo modo di socializzare. Ma come spesso accade c’è il rovescio della medaglia: sapere tutto di tutti significa che tutti sanno tutto di noi, che la privacy è spesso violata, che ci ritroviamo ad essere contemporaneamente carnefici e vittime dello “spionaggio” volontario o meno portato dall’innovazione.

Prendiamo ad esempio la spunta verde di Whatsapp, l’app di messaggistica  gratuita, quella spunta che significa che la persona a cui abbiamo scritto ha letto il messaggio.  Può essere davvero frustrante  sapere di aver scritto a qualcuno che ha visualizzato ma non sta rispondendo…può esserci di peggio? Continua a leggere