Porte aperte

Chi ama il calcio, lo ama davvero, ama gli stadi. Assistere alle partite dal vivo, vedere il gioco, ammirare i colori, sentire i cori. Fa tutto parte di un’esperienza che non si ripete mai in maniera uguale.

Sono tanti gli stadi nel mondo, ci sono quelli belli, quelli meno belli, quelli nuovissimi e luminosissimi, quelli datati e pieni di fascino, ma la cosa importante è che ognuno di loro lascia in qualche modo ricordi indelebili in chi vi fa ingresso.

Oggi come oggi gli stadi sono però chiusi al pubblico, colpevole una pandemia che coinvolge il mondo. I tifosi sentono la mancanza delle loro case, gli stadi appunto. Il calcio è snaturato senza migliaia di persone che incitano, soffrono, gioiscono.

Nel periodo che ci ha visti in completo lock down, primavera 2020, questa nostalgia si è fatta spazio anche nella mente e nel cuore di Paolo Condò, giornalista che conosce il calcio a trecentosessanta gradi come pochi. Come fare? La risposta è arrivata come meglio non poteva per uno che ha sempre avuto la penna in mano: ci voleva un libro. Un libro che raccontasse gli stadi sperando di poterci tornare al più presto. Così è nato Porte aperte – 30 avventure negli stadi più belli del mondo ( Baldini+Castoldi), un volume che racconta ben trenta stadi che l’autore ha visitato nel corso degli anni, stadi che hanno lasciato impronte indelebili, per quello che sono, per le partite che hanno ospitato, e per la città in cui sono stati costruiti. Continua a leggere

La storia del calcio in 50 ritratti

La storia del calcio è piuttosto lunga , e si può guardare attraverso differenti prospettive: dai primi giocatori, dai primi tornei a squadre, dalle maglie, dalle vittorie importanti sino all’evoluzione del gioco.

C’è poi chi vede la storia del calcio guardando a figure che hanno, in un modo o nell’altro e non solo con il pallone al piede, lasciato un segno importante, indelebile.

Questo fa Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport, di Sky e narratore incomparabile, in La storia del calcio in 50 ritratti ( Centauria): qui, attraverso le sue parole scritte e le splendide immagini dell’illustratore Massimiliano Aurelio, l’autore ci racconta come il pallone ha conquistato il mondo, partendo dalla nascita del calcio moderno, avvenuta nel 1955 a Oeiras, periferia di Lisbona, sede dello stadio nazionale di Jamor, quando Partizan Belgrado e Sporting Lisbona si sfidano per il nuovo torneo concepito dal quotidiano sportivo L’Équipe. I grandi Club calcistici si erano mostrati entusiasti di fronte ad un torneo a  loro destinato, e così il progetto è andato avanti. Lì è nata la Coppa dalle grandi orecchie.

E da lì partono i ritratti di Paolo Condò, 50 appunto. rapidi da leggere, con le informazioni necessarie a comprendere perché questi signori abbiano influenzato il mondo del pallone. Continua a leggere