Letti a Letto

La fantascienza di Philip Dick raccontata da Carrère.

Io sono vivo voi siete morti

Era il 1993 quando lo scrittore francese Emmanuel Carrère decise di scrivere la biografia di uno dei più noti autori di libri di fantascienza, lo statunitense Philip Dick, intitolandola Io sono vivo, voi siete morti. Il libro, già tradotto poco tempo dopo la sua uscita  in Italia ma con poco successo, è stato riproposto nel 2016 da Adelphi. La decisione, presa anche grazie al grande successo di Limonov,  altra biografia ad opera di Carrère in cui ha descritto, confrontandolo a se stesso, il poeta Eduard Limonov, si è rivelata vincente.

Chi conosce Carrère sa quanto nel raccontare le vite altrui ci sia l’idea di dialogare con i soggetti, di rispecchiarsi in loro. Ed è per questo che un libro come Io sono vivo, voi siete morti ( tradotto da Federica e Lorenza Di Lella) più di un ritratto risulta un romanzo vero e proprio, in cui l’autore entra nella vita del suo personaggio, nei suoi libri, nelle sue storie. 

Per chi ama la fantascienza Dick rappresenta un grande autore. Philip Kindred Dick nasce nel 1928, a Chicago,  al fianco di una gemella, che muore poco tempo dopo.  Questo fatto lo perseguita per il resto della sua esistenza;  Il romanzo di Carrère, basato su un’approfondita ricerca, parla di Philip Dick guardandolo da ogni differente angolatura, sotto le sue fobie ( come l’agorafobia), le sue nevrosi. Sin da ragazzo si trincera dietro l’ascolto di musica e il rumore dei tasti della macchina da scrivere, sino a quando trova lavoro presso per la University Music di Berkeley e conosce la prima moglie, prima di una serie. Inizia a scrivere racconti di fantascienza, che vengono pubblicati per pochi soldi, il successo arriverà molto più tardi.

Emmanuel Carrère, tra un capitolo e l’altro mescola la vita di questo folle personaggio ai suoi scritti, alla narrazione delle trame uscite dalla mente di un uomo fragile, che alterna la paura di essere pazzo a quella che invece siano gli altri ad essere fuori di testa minando la sua normalità.  Dick è un disordinato cronico, c’è, in tutta la sua vita, nel rapporto con le sue mogli, con tutte le persone che frequenta, un senso continuo di straniamento, di allontanamento dalla realtà.

E se Dick non è mai stato stabile psicologicamente, di sicuro l’abuso di medicinali e droghe non ha aiutato. Nel libro di Carrère, come in quelli di Dick c’è tutto:  un universo fatto di religione e consultazione di oracoli, l’ossessione per i complotti, la certezza dell’esistenza  di esseri superiori, alieni, l’importanza dei robot e delle loro capacità ( Dick tra altre figure era molto affascinato da quella di Alan Turing, tra gli inventori dell’informatica).

Se amate Emmanuel Carrère  ma non conoscete ancora Philip Dick ( che come talvolta accade ha avuto maggior successo dopo la sua morte, avvenuta nel 1982, e dopo il film Blade Runner, liberamente ispirato al suo Il cacciatore di androidi del 1968), potrete poi imbattervi in titoli come Confessioni di un artista di merda, la Trilogia di Valis, o in Ubik, da cui tra l’altro proviene la battuta che ha dato  il titolo a questo libro.

 

Emmanuel Carrère

Io sono vivo, voi siete morti

Adelphi Edizioni

Pagine: 351

Prezzo: 19,00 euro

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