All’avventura con Jack London e David Grief.

Edito per la prima volta nel 1912, Il figlio del sole di John Griffith London, meglio conosciuto come Jack London, nato a San Francisco nel 1876, fa parte di un gruppo di romanzi d’avventura che parlano dell’avventuriero David Grief.

A dicembre 2016 la Casa editrice Kogoi l’ha pubblicato nuovamente, aggiungendolo alla collana Talismani. La versione è quella di  Gian Dàuli ( 1884-1945), grande amante, studioso  e primo traduttore in Italia di London, convinto del grande valore dell’autore e che questi fosse sottovalutato.

Il figlio del sole è un romanzo che narra avventure, mari cristallini, mari profondi e fantastici velieri, pirati, spietati Re, indigeni. In tutto questo Grief  è un uomo dalla pelle abbronzata e gli occhi azzurrissimi, molto ricco, dicono non si possa immaginare la sua ricchezza.

Per chi ama le avventure il libro è certamente imperdibile,  per addentrarsi in fantasie e sfide, tra una natura a volte dolce a volte selvaggia e crudele; ma a rendere il testo pubblicato Kogoi ancor più interessante ci sono la prefazione di Dario Pontuale e il racconto di come l’Italia scoprì Jack London grazie a Dàuli, scritto da Graziella Pulce.

London era un uomo inquieto e sempre pronto alle esperienze. Il suo nome non è quello del padre naturale,scappato ancor prima che nascesse, ma quello dell’uomo che sua madre sposò in seguito. Jack London finì le scuole elementari per tornare poi tra i banchi e finire all’Università di Berkley. Ma lo studio non faceva per lui, lui non voleva la teoria, voleva la pratica, voleva poter comunicare ciò che conosceva tramite l’esperienza. Ad ogni modo non smise mai di leggere, la fame di cultura non lo abbandonò mai.  Finì per cercare l’oro nel Klondike, tornando però indietro con poco di quel ricco metallo. Ma proprio sulle montagne del Canada presero vita le sue prime storie.

London rimase per lungo tempo affascinato e vicino al Darwinismo sociale, per cui la sopravvivenza è garantita al più adatto. Ed è anche per questo che la natura nei suoi romanzi ha sempre avuto tanta importanza, quella natura inflessibile dentro alla quale bisogna sopravvivere, con o senza altri.

Importante per l’autore era anche la lotta di classe: l’aspetto poetico della battaglia dei deboli contro i forti, dove la forza di volontà non può mai venir meno, era qualcosa che lo accompagnò nella vita, e per cui si trovò portando avanti denunce e battaglie.

Jack London morì giovane, a soli quarant’anni, nel 1916, per un’eccessiva dose di morfina, ma in appena diciannove anni, l’autore di Martin Eden, Il richiamo della foresta e Zanna bianca, è diventato il primo scrittore milionario che l’America ricordi. La sua prosa non era perfetta, a volte troppo macchinosa, probabilmente l’abbandono degli studi influì su tutto questo, ma rimane ancora oggi, insieme ad Hemingway, lo scrittore a vantare il maggior numero di biografie sul proprio conto.

Le avventure di David Greef sono tutte da scoprire, viaggiando con la mente tra le onde, alla ricerca di loschi personaggi da affrontare con il protagonista.

Jack London

Il figlio del sole

Traduzione di Gian Dàuli

Kogoi Edizioni

Pagine: 233

Prezzo: 14,90 euro

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