Due spari all’alba nella quiete di Pescallo. Il ritorno di Steno Molteni

Dopo Il caso Kellan, Steno Molteni, il giovane giornalista di cronaca nera nato dalla penna dello scrittore Franco Vanni  che vive in un albergo milanese, torna per seguire un nuovo caso in La regola del lupo ( Badini+Castoldi).

Una mattina all’alba, nella quiete di Pescallo, borgo di Bellagio, terra natia di Steno, si sentono due colpi di pistola. Sull’acqua tranquilla del lago, dove ci sono solo un pescatore e una barca a vela, avviene un omicidio.

A morire è Filippo Corti, detto da sempre  il filippino perchè figlio di una domestica, trovato sul tender della barca a vela con un colpo di pistola in testa. Ad indagare sul’accaduto Salvatore Cinà, Maresciallo dei Carabinieri di Bellagio e padre del miglior amico di Steno, meglio conosciuto come Scimmia.

Steno naturalmente non può fare a meno di interessarsi al caso, e infatti viene mandato dal giornale per cui lavora a seguire la vicenda.

Filippo Corti non è nato ricco, anzi. Ma la famiglia per cui lavorava, con un figlio coetaneo di nome Andrea, l’aveva quasi adottato. Il padre di Andrea vedeva in Filippo quello che il figlio non poteva essere per carattere: un successore nella sua impresa di famiglia, un leader. E in effetti Filippo ha, sin da bambino, dimostrato di essere avido, affamato di successo. Lui e Andrea erano stati migliori amici, ma quando le cose hanno iniziato ad andare male nell’azienda familiare, per giri di soldi non esattamente cristallini, Filippo ha  finito per rilevare la villa della sua famiglia facendola sua ed estromettendolo da tutto.

Ed è proprio con Andrea che Filippo si trovava al momento della morte: uno sparo arrivato dalla barca a vela in mezzo al lago, dove i due, in compagnia di Marco e Priscilla, altre vecchie conoscenze, stavano passando un paio di giorni per festeggiare il compleanno di Filippo.

Quando Cinà e Steno iniziano a scavare nella vita e nel passato di Filippo, rigorosamente separati ( Cinà non ama i giornalisti, anche se per Steno in fondo ha un debole), affiorano non pochi dissapori tra l’assassinato e i suoi compagni di viaggio: si conoscono da tanto tempo, sono stati legati da amicizia e amori, ma la verità è che Filippo si è comportato male con ognuno dei tre amici, e che da tempo non si vedevano, tanto meno si sentivano. Perché allora erano insieme? Una prova di riconciliazione? O Andrea, Marco e Priscilla avevano organizzato l’omicidio di Corti da tempo? E perchè i colpi di pistola sono due se quello che ha colpito Filippo è uno solo?

La regola del lupo è un giallo dai risvolti inaspettati, ben congegnato; Steno Molteni si conferma personaggio avvincente, con la sua fame di sapere e la sua curiosità che ne fanno un ottimo giornalista, per altro con conoscenze fondamentali per il suo lavoro, compresa quella di una vecchia fiamma che in  questo caso lo aiuta non poco.

 

 Il fulcro della storia di Franco Vanni sta nella parola e nel concetto di amicizia: c’è quella vera, quella su cui si può sempre contare, e quella  solo presunta, di facciata, perché soppiantata da gelosia ed egocentrismo, quella solo di convenienza.

 

Tra Milano e il lago, infine, è anche divertente perdersi tra i paesaggi  e i caratteristici  personaggi che popolano questo giallo.

La regola del lupo

Baldini+Castoldi

Pagine: 288

Prezzo: 17,00 euro

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