Il silenzio della collina

Le difficili relazioni familiari, gli screzi  e gli abbandoni portano a silenzi che possono durare per sempre, alcuni rapporti rovinati non si aggiustano più. Ma c’è chi dice che non è mai troppo tardi, anche se quel tardi significa ritrovare qualcuno in punto di morte.

Domenico Boschis, il protagonista de Il silenzio della collina di Alessandro Perissinotto ( Mondadori) , sa cosa significa non avere più rapporti con un familiare, in questo caso il padre Bartolomeo, un uomo dispotico, a tratti violento, specie con la madre di Domenico, famoso attore di fiction che ha abbandonato la langa nei pressi di Alba, quella amata da Pavese e Fenoglio, dove ancora vive suo papà, per andare prima a Torino con la madre e il suo compagno, e poi a Roma.

Quando Domenico viene a sapere che il genitore è ricoverato in un Hospice, oramai  giunto agli ultimi giorni di vita a causa di un tumore al cervello, decide di partire e andare a trovarlo. Non sapeva nulla Domenico, non che fosse malato, figuriamoci il fatto che oramai le sue ore fossero contate.

Quando arriva nelle Langhe trova un uomo ridotto pelle e ossa, incapace di parlare bene, ma a tratti ancora lucido: riesce così  a fargli domande sul loro passato, quando ancora erano davvero padre e figlio, gli fa mangiare il gelato di cui è ghiotto, ma ogni volta la faccia del padre assume, tutto ad un tratto, un’espressione di terrore, profondo terrore, e le uniche parole che riesce a dire solo “la ragazza”.

Di quale ragazza parli Bartolomeo, Domenico non lo sa. Almeno sino a quando del tutto casualmente non si trova dinnanzi ad un fatto accaduto molti anni prima, nel 1968,  proprio in quella zona: una ragazzina, Maria Teresa Novara, era scomparsa, probabilmente rapita da due uomini che l’avevano prelevata dalla sua casa e portata in una cascina dove era stata trovata senza vita otto mesi più tardi.

 Ma Le cose che non si sanno non sono”, diceva Leonardo Sciascia, citato da Perissinotto. E così, in una nebbia di omertà, la storia di Maria Teresa era stata sotterrata dagli abitanti del luogo.

Eppure forse, quella ragazza è la stessa di cui parla, vorrebbe parlare, il padre di Domenico. Ma per quale motivo? L’attore non vuole credere, non può credere che suo padre abbia a che fare con quella orribile storia. Però certamente qualcosa sa; bisogna saperne di più, Domenico non può andarsene via prima di aver almeno tentato di risolvere il mistero. Così si ferma alla Colombera, la vecchia e un po’ fatiscente cascina paterna, e con il vecchio amico d’infanzia Umberto e la sua prima fidanzata Caterina, si mette sulle tracce di una storia abbandonata da troppo tempo.

Il silenzio della collina , con una storia vera, si rivela un giallo unico grazie alla penna del suo autore che ha trovato una chiave per ricordarla.

Perissinotto scava nelle profondità dell’animo umano, passando dal rancore  alla profonda amicizia, dai rapporti stretti a quelli tra gli abitanti di una società che si rivela omertosa e che non può ammettere che fatti scabrosi possano avvenire proprio lì, nel nord delle industrie e della ricchezza e di persone per bene. E mentre il protagonista va alla ricerca di una verità taciuta, ritrova anche se stesso, quello che è stato, quello che è accaduto nella sua infanzia. Forse si può arrivare a perdonare, forse no, l’unico modo per saperlo è la parola.

Un libro da non perdere.

Alessandro Perissinotto

Il silenzio della collina

Mondadori

Pagine: 252

Prezzo: 19,00 euro

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