I miei giorni nel Caucaso

Nel 1954 Banine ( pseudonimo di Umm-El-Banine Assadoulaeff (Baku, 1905 – Parigi, 1992), autrice di origini azere,  pubblicò la sua autobiografia intitolata I miei giorni nel Caucaso, ottenendo un grande successo.

Oggi questo libro, tra storia e ironia,  è pubblicato in Italia da Neri Pozza. Il memoir racconta la famiglia di Banine, la sua immensa ricchezza scomparsa nel tempo, cominciata con il bisnonno dell’autrice, che si chiamava Assadullah, ovvero “amato da Allah”. Un nome profetico: l’uomo infatti era nato contadino, e  morì milionario grazie al petrolio zampillato dal suo campo pieno di sassi tra i quali le sue pecore pascolavano.

Quella di Banine era certamente una famiglia unica, composta da personaggi carismatici, intriganti. A Baku, dove Banine nacque nel 1905, la popolazione era per lo più composta da azeri e armeni: questi ultimi sterminavano gli azeri per vendicarsi di passati massacri. Il clima non era certo disteso, e per sfuggire alla complessa situazione la madre dell’autrice era andata in una periferia petrolifera, pensando di trovare un luogo più pacifico; invece trovò la febbre puerperale, e poco dopo la nascita di Banine, quarta dopo altre tre femmine, morì

Questo episodio però non rese la vita della piccola meno piacevole: cresciute da una tata tedesca di nome Anna, di cui la nonna, il personaggio decisamente più esilarante della famiglia, conservatrice rigida e contro il cristianesimo, avrebbe volentieri fatto a meno, le sorelle guardavano a quella donna bionda, così diversa da loro nell’aspetto e nella cultura, come una fonte d’ispirazione, con amore e devozione. La cultura musulmana, fortemente radicata nelle generazioni più anziane, non poteva che sembrare in qualche modo impossibile per Banine.

Mentre Banine e le sorelle crescevano, il padre viaggiava di continuo per via del suo lavoro nell’azienda petrolifera della famiglia, che aveva uffici anche a Mosca. I russi avevano da tempo colonizzato il Caucaso e la loro cultura si faceva rapidamente spazio nella zona. Ma con la rivoluzione d’ottobre, nel 1917, le cose cambiarono, e la dittatura militare dominata dagli armeni prese potere a Baku: la caccia ai ricchi azeri era aperta. La famiglia di Banine dovette così lasciare la sua terra, per la Turchia prima e la Francia poi.

La vita  di Banine, come quella della sua famiglia, andava senza dubbio raccontata, e grazie a questa sorprendente donna, unica come tutti i suoi parenti, viene regalata ai lettori una storia non sempre facile, ma piena di umorismo, permettendo così di non dimenticare fatti storici e cultura. Un’eredità importante.

Banine

I miei giorni nel Caucaso

traduzione di Giovanni Bogliolo

Neri Pozza

Pagine: 288

Prezzo: 18,00 euro

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