Letti a Letto

Porte aperte

Chi ama il calcio, lo ama davvero, ama gli stadi. Assistere alle partite dal vivo, vedere il gioco, ammirare i colori, sentire i cori. Fa tutto parte di un’esperienza che non si ripete mai in maniera uguale.

Sono tanti gli stadi nel mondo, ci sono quelli belli, quelli meno belli, quelli nuovissimi e luminosissimi, quelli datati e pieni di fascino, ma la cosa importante è che ognuno di loro lascia in qualche modo ricordi indelebili in chi vi fa ingresso.

Oggi come oggi gli stadi sono però chiusi al pubblico, colpevole una pandemia che coinvolge il mondo. I tifosi sentono la mancanza delle loro case, gli stadi appunto. Il calcio è snaturato senza migliaia di persone che incitano, soffrono, gioiscono.

Nel periodo che ci ha visti in completo lock down, primavera 2020, questa nostalgia si è fatta spazio anche nella mente e nel cuore di Paolo Condò, giornalista che conosce il calcio a trecentosessanta gradi come pochi. Come fare? La risposta è arrivata come meglio non poteva per uno che ha sempre avuto la penna in mano: ci voleva un libro. Un libro che raccontasse gli stadi sperando di poterci tornare al più presto. Così è nato Porte aperte – 30 avventure negli stadi più belli del mondo ( Baldini+Castoldi), un volume che racconta ben trenta stadi che l’autore ha visitato nel corso degli anni, stadi che hanno lasciato impronte indelebili, per quello che sono, per le partite che hanno ospitato, e per la città in cui sono stati costruiti.

Condò dice che questo libro è quanto di più vicino ad un’autobiografia, e c’è da credergli. Il progetto è nato su Twitter, social su cui ogni giorno di clausura ha raccontato uno stadio, sfruttando in tutto e per tutto i pochi caratteri disponibili. Da qui l’idea per il cartaceo.

Gli stadi sono raccontati per capitoli corredati di fotografie, e ogni capitolo racconta il perché Condò l’abbia messo tra i suoi indimenticabili, anche perché per sua ammissione, ha sempre studiato la storia non solo degli stadi ma delle città e dei paesi in cui sono stati costruiti. Da quelli più noti al grande pubblico, a quelli più sperduti, ci troviamo nel 1984 per entrare sul prato di San Siro per il primo derby di Karl Heinz Rummenigge che ha coinciso con quello del giornalista, a San Paolo di Napoli, che da poco si chiama Diego Armando Maradona, facciamo ingresso all’Olimpico di Roma delle notti magiche del 1990, e poi prendiamo un aereo per l’Inghilterra e il vecchio strabiliante Wembley e poi a cantare You’ll never walk alone ad Anfield. Si procede per tanti stati e tante nazioni, e come detto, verso stadi certamente meno frequentati dal grande pubblico, come Havanard, a Pripyat, vicino Cernobyl, particolare esperienza per Condò che l’ha raccontata in un periodo in cui la memoria si acuisce forse ancor di più per quello che non avremmo voluto vivere, per quello che lui stesso definisce “ un tempo sospeso” .

Paolo Condò

Porte aperte – 30 avventure negli stadi più belli del mondo

Baldini+Castoldi

Pagine: 237

Prezzo: 25,00 euro

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