Biancaneve nel novecento

In un susseguirsi di piani temporali due storie sembrano destinate  a non incontrarsi, a vivere parallelamente. Ma non è così,  qualcosa c’è, basta arrivare a comprenderlo, quel qualcosa.

Biancaneve nel novecento di Marilù Oliva ( Solferino), è un romanzo che provoca svariate sensazioni, molti sentimenti, dai più brutti e respingenti ai più belli, d’amore e tenerezza.

Da una parte incontriamo Bianca. Sono gli anni ottanta, a Bologna. Bianca cresce in una famiglia sgangherata, l’adorato padre Giovanni, uomo poco pratico, muore presto, lasciandola con Candi, sua madre, una madre che sembra non averla mai amata, anzi. Candi ha problemi con l’alcol, lavora in una situazione precaria, in qualche modo però va avanti, e così fa Bianca, abbandonata a sé stessa in una Bologna in cui la droga, specie l’eroina, sta portando via molte giovani vite, comprese quelle di alcuni suoi amici e conoscenti. Bianca non vive nelle favole, ma ci si rifugia, inventandone di nuove, reinventando quelle esistenti, immaginandosi un mondo tutto suo, fatto di parole e disegni che solo lei sa. La matrigna ha il volto di sua madre, anche se non sempre, e lei è Biancaneve, ma forse più scaltra.

Candi e Bianca vivono insieme ma separate, ognuna col suo peso, ognuna con la sua voglia di prendere le redini della propria vita ma, e in questo si somigliano, ognuna con un disagio profondo, una voglia quasi intrinseca di annullarsi e scomparire.

E questo disagio ha realmente radici profonde, arriva da molto lontano, anche se Bianca ancora non lo s.

Ed ecco la storia che arriva da Sonderbau, il bordello del campo di concentramento di Bucherwald, un posto orribile e al contempo unica via di sopravvivenza per le donne deportate. Un luogo terribile, come terribile è stata la seconda guerra mondiale, il fascismo e il nazismo, un’ epoca raccontata da Oliva attraverso gli occhi di Lili, che proprio nel bordello troverà la sua salvezza. Ma a quale prezzo?

Biancaneve nel novecento è una storia che stordisce, che fa capire, ancora una volta, quanto il passato si ripresenti sempre, come il nostro retaggio non possa mai venir meno, in un modo o nell’altro, nel bene e nel male. Attraverso narrazioni storiche reali, fatti di cronaca utili a delineare ancor meglio i personaggi, Marilù Oliva commuove, con la necessaria crudezza, e ci fa capire che forse grazie all’amicizia e alle decisioni che ognuno prende per la propria vita  il lieto fine delle favole, anche se un po’ stravolto, non è sempre un’invenzione.

Mariilù Oliva

Biancaneve nel novecento

Solferino

Pagine: 341

Prezzo: 19,00 euro

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