Il male che non c’è

Eppure, c’è stato un tempo in cui Loris era felice, un tempo che ritorna nei suoi ricordi come una boccata d’aria fresca: la casa di campagna del nonno Tempesta, l’infanzia serena sotto quell’ombra rassicurante.

Ma ora, nella vita adulta, tutto è una corsa in discesa verso una deriva pericolosa, alimentata dalla sovrabbondanza di informazioni in rete che non fanno altro che amplificare i suoi timori. Caminito non si limita a raccontare la storia di un uomo, ma traccia il ritratto di un’intera generazione, quella dei trentenni di oggi, fragili, ansiosi, schiacciati da un mondo che corre troppo veloce per loro. E lo fa con una scrittura intensa che porta dentro quel dolore, quella paura di vivere che cresce, che ti chiude la gola, che ti fa sentire fuori tempo, fuori dal mondo. Un libro che non racconta solo il male fisico, ma anche quello oscuro, quello invisibile, che la società fatica a riconoscere, e che spesso ridicolizza. Il male che non c’è è una gabbia fatta di sintomi, di ossessioni, di un’angoscia perenne che non si stacca mai dal corpo, che ti tiene in uno stato di allerta costante. Giulia Caminito ha dato voce a una sofferenza silenziosa, quella di chi non riesce a stare al passo con il ritmo degli altri, e lo ha fatto con una delicatezza spietata, senza mai cadere nel pietismo, ma guardando in faccia quel mostro invisibile che imprigiona l’anima e il corpo.

Giulia Caminito

Il male che non c’è

Bompiani

Pagine: 268

Prezzo: 18,00 euro