Non serve una pistola per distruggere una vita. A volte basta un sorriso, una firma, un brunch in campagna. Il Truffatore di Francesco Casolo (Feltrinelli) è un romanzo che si muove sul filo sottile che separa la fiducia dall’inganno, il bisogno d’amore dalla sete di riscatto, la complicità dal tradimento. Ma non chiede mai al lettore di scegliere da che parte stare. Semmai lo invita a stare scomodo.

Fabio Montari è un banker rampante, lasciato dalla moglie e pronto a farsi strada nel mondo dorato degli investimenti privati. È giovane, lucido, privo di scrupoli ma anche pieno di ferite invisibili. Quando entra nella vita di Angelo Cantuzzi, imprenditore ottuagenario con un passato ingombrante e una famiglia frantumata dal dolore, le maschere si incollano ai volti: il vecchio vede in lui il figlio che ha perso, il giovane un padre mai avuto. E mentre il loro legame si fa sempre più intimo, Fabio inizia a sottrarre denaro, piccoli importi che presto diventano una valanga. Ma qui non si tratta solo di soldi. Qui si parla di fiducia venduta al dettaglio e di vite che si lasciano abbindolare pur di non affrontare il vuoto.
Casolo entra nella mente del suo protagonista con chirurgica empatia. Non lo assolve, non lo accusa. Lo osserva. Ne segue i ragionamenti, le giustificazioni, la discesa senza freni in un abisso dolce come una carezza. Il suo stile è essenziale, pulito fino al midollo, e proprio per questo tagliente. Non c’è una riga di troppo, e ogni frase sembra scritta per trattenere il respiro.
Tra la nebbia di una provincia un po’ bigotta e sonnacchiosa, Il Truffatore mette in scena una danza lenta tra due solitudini. Nessuno è buono, nessuno è cattivo. O forse tutti sono tutto, in percentuali diverse, in momenti diversi. Casolo non cerca mostri: cerca esseri umani nel momento in cui smettono di difendersi. E ci riesce.
Il risultato è un romanzo inquieto, e lucidissimo.
Francesco Casolo
Il truffatore
Feltrinelli
Pagine: 272
Prezzo: 19,00 euro