Porte aperte

Chi ama il calcio, lo ama davvero, ama gli stadi. Assistere alle partite dal vivo, vedere il gioco, ammirare i colori, sentire i cori. Fa tutto parte di un’esperienza che non si ripete mai in maniera uguale.

Sono tanti gli stadi nel mondo, ci sono quelli belli, quelli meno belli, quelli nuovissimi e luminosissimi, quelli datati e pieni di fascino, ma la cosa importante è che ognuno di loro lascia in qualche modo ricordi indelebili in chi vi fa ingresso.

Oggi come oggi gli stadi sono però chiusi al pubblico, colpevole una pandemia che coinvolge il mondo. I tifosi sentono la mancanza delle loro case, gli stadi appunto. Il calcio è snaturato senza migliaia di persone che incitano, soffrono, gioiscono.

Nel periodo che ci ha visti in completo lock down, primavera 2020, questa nostalgia si è fatta spazio anche nella mente e nel cuore di Paolo Condò, giornalista che conosce il calcio a trecentosessanta gradi come pochi. Come fare? La risposta è arrivata come meglio non poteva per uno che ha sempre avuto la penna in mano: ci voleva un libro. Un libro che raccontasse gli stadi sperando di poterci tornare al più presto. Così è nato Porte aperte – 30 avventure negli stadi più belli del mondo ( Baldini+Castoldi), un volume che racconta ben trenta stadi che l’autore ha visitato nel corso degli anni, stadi che hanno lasciato impronte indelebili, per quello che sono, per le partite che hanno ospitato, e per la città in cui sono stati costruiti. Continua a leggere

I ribelli degli stadi.

In Italia il calcio è lo sport più seguito, quello per cui migliaia di persone ogni domenica ( o qualsiasi altro giorno si giochi) si riuniscono per dar vita a cori, voci, colori. Tutto per supportare  la propria maglia, la squadra che si è scelta per la vita qualsiasi cosa accada. Ogni tifoseria ha la sua “curva”, così viene definita la zona più “calda” dello stadio, quella frequentata da tifoseria organizzata, dagli ultras. Quella che ogni tanto può smettere di essere un supporto diventando un problema.

I ribelli degli stadi, libro di Pierluigi Spagnolo, giornalista della Gazzetta dello Sport, (non a caso il quotidiano più letto nel nostro paese) parla di questi tifosi, nel bene e nel male.

Spagnolo in questo saggio racconta la storia delle tifoserie, di quello che c’è di bello e di quello che c’è e c’è stato di brutto, di episodi da condannare e di quelli che invece non lo sono. Continua a leggere