Mary Annette Beauchamp è un nome che forse a molti non suona familiare. Ben più familiare è lo pseudonimo di questa romanziera britannica ( nata in Australia), vissuta tra la fine dell’ ‘800 e la prima metà del ‘900: Elizabeth Von Arnim.
Il cognome preso dalla scrittrice era quello del marito, il conte tedesco Henning
La coppia ebbe cinque figli, ma nel 1908 Elizabeth tornò a Londra, il rapporto col marito era oramai deteriorato e lui morì, due anni più tardi, dopo essere stato incarcerato per truffa e pieno di debiti.
Nel 1898 venne pubblicato il primo libro della Von Arnim, Il giardino di Elizabeth. Il successo fu incredibile, e solo nel primo anno il volume venne ristampato undici volte dall’Editore MacMillan.
Nel 1900 uscì un nuovo racconto: Il giardino perduto, che prima di finire nel dimenticatoio venne pubblicato a Boston in un’edizione di lusso, e contemporaneamente a New York, in una rivista, col titolo The Pilous Pilgrimage ( Il pio pellegrinaggio).
Oggi, dopo attenti studi sugli scritti della scrittrice, sembra chiaro che Il giardino perduto dovesse far parte proprio della prima opera, Il giardino di Elizabeth. Lo troviamo così in una nuova pubblicazione grazie a Skira e alla traduzione di Masolino D’amico. Secondo quanto emerso il racconto autobiografico avrebbe dovuto trovarsi esattamente a metà del libro, coprendo la lunga pausa tra l’autunno e l’ inverno, in attesa della primavera.
Le pagine, infatti, riportano il momento in cui in Elizabeth si insinuarono la nostalgia , i ricordi della sua infanzia, i colori e i profumi della casa in Pomerania, il desiderio e la necessità di ritrovare tutto quello che era stato.
Così, un giorno, la Von Arnim decise di partire da sola, in un pio pellegrinaggio, verso la residenza oramai di proprietà dei cugini con cui da tanto tempo non aveva più rapporti.
Questo è un viaggio nel passato, meravigliosamente descritto attraverso la nebbia che tutto copre ma che tutto fa scoprire passo dopo passo. Il giardino incantato, in cui entrò di soppiatto, la riportò indietro, rievocando le figure della giovinezza: l’istitutrice, il padre, il nonno. E mentre si aggirava furtivamente tra le siepi e gli alberi, con quel pizzico d’adrenalina quasi fanciullesca data dalla possibilità di essere scoperta, ecco che si materializzò davanti a lei una persona in carne ed ossa: la piccola Elizabeth, una bimbetta un po’ saccente, in cui non poté fare a meno di rivedere se stessa.
Elizabeth Von Arnim
Il giardino perduto
Skira
Pagine: 80
Prezzo: 12,00 euro