Il nome di Jean Paul Getty è universalmente noto, ma non tutti conoscono bene la storia di un uomo diventato talmente ricco da non sapere nemmeno a quanto ammontasse la sua fortuna.
A narrarne infanzia, giovinezza ed età adulta in maniera dettagliata è stato John Pearson, scrittore inglese che nel 1995 ha scritto Painfully Rich, biografia oggi riproposta col titolo di All the money in the world ( Tutti i soldi del mondo) da HarperCollins, appena diventata un film per la regia di Ridley Scott.
Mentre il film si sofferma su un pezzo della storia della famiglia Getty che ha toccato l’Italia, ovvero il rapimento del nipote del miliardario, John Paul Getty III, avvenuto proprio nel nostro paese nel 1973, per fare un quadro su quanto accaduto in relazione alla nota famiglia, il romanzo di Pearson parte proprio dalla storia dell’imprenditore e collezionista d’arte, dai suoi genitori e dalla relazione con loro: a far fortuna con il petrolio fu il padre di Jean Paul, George Franklin, uomo devoto per cui religione e disciplina erano tutto, infatti considerava l’alcol il demonio.
George si sposò con Sarah, che seguiva il marito in ogni sua decisione, ma che era anche estremamente protettiva nei confronti del figlio, che sembrava del tutto disinteressato agli insegnamenti paterni: Jean Paul si accorse delle donne molto presto, il sesso divenne una sorta di ossessione, come la mania di voler andar via dall’America per approdare alla Vecchia Europa, dove vivevano i ricchi, colti e nobili, quelli veri, con una storia familiare importante alla spalle. Nonostante la fortuna economica di suo padre gli permettesse di non farsi mancare nulla, J. Paul più del lavoro e delle imprese familiari si interessò alla vita frivola, innamorandosi spesso e sposandosi in tutto cinque volte e mettendo al mondo altrettanti figli. Ma la sua passione era l’idea dell’amore, in realtà detestava il matrimonio, così come nono gli interessava affatto avere un contatto con la progenie, che infatti imparò a conoscerlo molto tardi, chi più chi meno. I genitori sembravano perdonargli più o meno tutto, anche se il conto stava per presentarsi: alla sua morte, George di fatto estromise dal suo testamento quell’unico figlio, lasciando tutto alla moglie. Giustizia era stata fatta. Paradossalmente fu proprio questo episodio a rendere Jean Paul Getty l’uomo più ricco del mondo: la sua idea fu immediatamente quella di far capire al padre, anche se deceduto, che si sbagliava, che lui sarebbe stato infinitamente più in gamba di lui sul lavoro. Nonostante tutti i diverbi, l’uomo che divenne infinitamente avaro, tanto da non voler sborsare un soldo per pagare il riscatto dell’unico nipote che sembrava piacergli ( lo fece, dando il meno indispensabile e chiedendo gli interessi al figlio, omonimo, che nel frattempo aveva abbandonato la famiglia diventando tossicomane ) , scrisse per il resto della vita, sul suo immancabile diario, quanto fosse legato ai suoi genitori.
Tutti i soldi del mondo riporta minuziosamente la storia di Jean Paul Getty, familiare e professionale, e dei suoi figli e nipoti, che per tanto tempo sembrano esser stati perseguitati da una maledizione. In molti si ritrovarono coinvolti in storie di droghe che non li avrebbero più abbandonati, la nipote Aileen si ammalò di aids, il resto della famiglia venne lacerato da liti infinite per la spartizione dell’immensa fortuna lasciata dal capostipite.
Ma non tutto è andato perso, tranne appunto quella presunta maledizione. Alcuni Getty sembrano infatti usciti quasi immuni dai disastri.
Una biografia avvincente, una storia affascinante.
John Pearson
Tutti i soldi del mondo
Traduzione di Massimo Gardella, Paolo Lucca e Flavio Santi.
HarperCollins
Pagine: 426
Prezzo: 18,00 euro