C’è una generazione che non è nata digitale, ha vissuto senza cellulare e con le cabine telefoniche, non è nata con internet e ovviamente nemmeno con le mille piattaforme che ingozzano di film e serie tv, che per la cronaca prima si chiamavano telefilm.
Ma questa stessa generazione si è ritrovata molto giovane a vivere il cambiamento digitale, convinta di saperla maneggiare meglio di chi ha sempre avuto un touch screen tra le mani. E’ davvero andata così?
Se lo è chiesta la scrittrice Eleonora C. Caruso, che con Doveva essere il nostro momento ( Mondadori) racconta una storia originale e coinvolgente.
E’ quella di Leo, trentaquattro anni, disilluso, tutto avrebbe pensato che potesse accadere nella sua vita ma di essere disoccupato e senza meta alla sua età proprio no.
Il suo status però lo rende la persona giusta per partire da Milano e andare a cercare un amico che sembra essere finito in una vera e propria setta nel catanese. La setta esiste, chi ne fa parte vive in una masseria e negli anni ’90. Esatto. Tutto quanto è come era prima dell’avvento di internet e della globalizzazione. A capo della setta
Nel romanzo incontriamo poi Cloro, oramai irriconoscibile celebrità di internet con milioni di follower nel mondo. Leo è nella masseria da tre mesi, ma si è accorto di Cloro solo quando lei gli chiede un passaggio per tornare a Milano. Inizia così il loro viaggio in auto, sedici ore previste che si dilatano in cinque giorni, attraverso varie tappe in città e paesini dalle atmosfere sempre più surreali, perché l’Italia sta per entrare in lockdown. Leo e Cloro, che non potrebbero essere più diversi, durante il viaggio ricostruiscono le loro vite e le ragioni che li hanno portati alla masseria, discutono, si fraintendono, si allontanano e si avvicinano di nuovo, più simili di quanto entrambi siano disposti ad accettare.
Eleonora C. Caruso
Doveva essere il nostro momento
Mondadori
Pagine: 396
Prezzo: 20,00 euro