Ti ricordi di Sarah Leroy?

Marta Elena Casanova

1 giorno fa

Sarah e Angélique si sono conosciute nel modo meno prevedibile: al cimitero. Era il giorno del funerale della madre di Sarah, e Angélique, con il profumo di mare e cioccolata calda addosso, le aveva detto che la solidarietà è l’unica cosa che salva dalle ingiustizie della vita. Da quel momento, le due bambine sono diventate inseparabili.

Anni dopo, però, la loro amicizia si spezza senza una spiegazione apparente. E poco tempo dopo, Sarah scompare.

Ti ricordi di Sarah Leroy? di Marie Vareille (Rizzoli) è un romanzo che mescola amicizia, mistero e denuncia sociale. Nell’estate del 2001, Sarah Leroy, nuotatrice talentuosa e studentessa modello, scompare nel nulla da Bouville-sur-Mer, cittadina affacciata sulla Manica. Il caso scuote la Francia intera, un uomo viene arrestato e condannato, ma il corpo di Sarah non verrà mai ritrovato. Vent’anni dopo, Fanny Courtin, giornalista parigina e sorella di Angélique, viene incaricata di scrivere un reportage sulla sua scomparsa. Controvoglia, torna nel paese della sua infanzia, accompagnata dalla figliastra Lilou, un’adolescente ribelle con cui ha un rapporto complicato.

Mentre Fanny indaga, emergono domande irrisolte, Perché l’amicizia tra Sarah e Angélique si è interrotta così bruscamente all’inizio del liceo? È davvero stata fatta giustizia per la sua scomparsa? E cosa nasconde l’omertà della piccola comunità di Bouville? Attraverso le voci delle protagoniste e un continuo alternarsi tra passato e presente, il romanzo ricostruisce non solo il mistero di Sarah, ma anche il legame tra le ragazze delle Disincantate, un gruppo nato come rifugio da un mondo che spesso non le ha credute, protette o ascoltate.

Con una scrittura avvincente e una struttura narrativa che tiene alta la tensione, Marie Vareille ci porta dentro una storia che non è solo un thriller, ma anche una riflessione sulla cultura dello stupro e sulla sorellanza come forma di resistenza. Ti ricordi di Sarah Leroy? è un libro che avvince e lascia il segno, perché racconta non solo la storia di una ragazza scomparsa, ma di tutte quelle che, per troppo tempo, non hanno avuto voce.