Napoli non è solo una cornice in Non si uccide il passato di Letizia Vicidomini, edito Mursia, ma è cuore pulsante, che batte al ritmo del male e della redenzione.
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L’ex commissario Andrea Martino, ormai in pensione, affronta il tempo che passa con ironia, tra i dolori della vecchiaia e il sapore confortante della cucina partenopea. Ma due ombre, distanti decenni, lo trascinano in un’indagine doppia: la morte violenta di Giacomo Rinaldi, un uomo intriso di camorra e violenza domestica, e l’assassinio mai chiarito di suo nonno, commissario come lui, in un dopoguerra che sembrava non finire mai.
Vicidomini costruisce una trama fatta di specchi, dove passato e presente si riflettono e si deformano, mostrando i volti molteplici della giustizia, della colpa e del dolore.
Martino è un eroe umano, imperfetto, che non si accontenta di guardare la vita ma scende in campo, anche quando il suo corpo gli rema contro. La morte di Rinaldi è solo l’inizio di un viaggio nei segreti più oscuri, dove ogni personaggio ha qualcosa da nascondere, e il passato familiare diventa una ferita mai chiusa.
Tra le pagine del diario di Melina, l’amore segreto e intenso del nonno, emerge una Napoli ferita, dove sopravvivere alla guerra non era una vittoria scontata. La città stessa diventa personaggio ambivalente, bellissima e tormentata.
Il romanzo di Vicidomini è sì un giallo, ma anche una riflessione sul tempo, sulla memoria e sull’eredità emotiva che ci portiamo dietro. Il lettore segue Andrea Martino per comprendere come i fili della vita si intrecciano, creando un tessuto fatto di amore, rabbia e speranza. E alla fine, resta una domanda: il passato si può davvero uccidere?
Letizia Vicidomini
Non si uccide il passato
Mursia
Pagine: 272
Prezzo: 17,00 euro