Nei vicoli di Genova, tra i chiaroscuri delle strade strette dove il sole fatica ad arrivare, si muove un uomo che agisce nell’ombra. Non lascia ferite visibili, ma ciò che resta dopo il suo passaggio è devastante: vuoti di memoria, frammenti confusi, un senso di vergogna e smarrimento. Usa la GHB, la cosiddetta droga dello stupro, per annullare la volontà delle sue vittime. La polizia indaga, ma si muove a rilento, ingabbiata da protocolli e assenza di prove. E mentre l’orrore si ripete, c’è chi si trova nel posto sbagliato al momento giusto , o forse è il contrario.

Tito Laremi è un uomo qualunque, o almeno così sembra. Ma in Vicoli oscuri, pubblicato da Fratelli Frilli Editori, l’autore Lorenzo Malvezzi lo getta al centro di un’indagine non ufficiale che diventa sempre più personale, sempre più ambigua.
Non c’è un incarico, non c’è un distintivo: c’è solo un senso di urgenza che cresce, un richiamo a guardare in faccia ciò che tutti preferiscono ignorare. Tito non è un investigatore né un antieroe alla moda. È uno che inciampa nella verità e poi, una volta caduto, non riesce più a rialzarsi senza sporcarsi le mani.
Genova non è solo un’ambientazione, è un organismo con i suoi vicoli che diventano labirinti pieni di trappole e ricordi. E’ soprattutto la scrittura in prima persona a fare la differenza. Non c’è distanza, non c’è filtro, Il lettore entra nella mente di Tito, condivide il suo disagio, i suoi dubbi, il suo passato che bussa alla porta. E non è un passato neutro: c’è qualcosa che torna, che fa male, e che forse ha più legami con l’indagine di quanto sembri.
C’è una domanda implicita che attraversa tutto il romanzo: quanto siamo disposti a guardare davvero? Quanto vogliamo capire ciò che succede, anche quando ci tocca da vicino e ci mette a disagio?
Tito Laremi finisce per rappresentare una parte di noi: quella che preferirebbe non sapere, ma non può più far finta di niente.
Lorenzo Malvezzi
Vicoli oscuri
Fratelli Frilli Editori
Pagine: 240
Prezzo: 16,90 euro