A cinquant’anni dall’uscita è stato ripresentato al pubblico il romanzo di Jacqueline Susann La valle delle bambole. A rimetterlo sugli scaffali delle librerie con copertina tutta nuova la casa editrice Sonzogno, che ripropone libri della prima metà del ‘900 con la collana al femminile Bittersweet , curata da Irene Bignardi.
La valle delle bambole, dicevamo, è del 1966, e nel corso del tempo è stato sottoposto a svariate interpretazioni e critiche più o meno buone. Ma parliamo del periodo storico in cui il libro è stato pubblicato per la prima volta. La storia è ambientata in America, la Seconda guerra mondiale è appena finita, e New York per molte giovani donne rappresenta un sogno, una meta, un luogo dove rinascere prima e conquistare il mondo poi. Tra queste fanciulle ci sono anche Anne, Neely e Jennifer, le protagoniste della Susann.
Anne è la ragazza acqua e sapone, apparentemente la più saggia, la più incorruttibile. Arriva a Manhattan e inizia a lavorare nella pubblicità, ambiente in cui avrà successo e dove conoscerà personaggi importanti e importanti amori. Nel tempo si imbatte in Neely O’Hara, che da aspirante attrice trova poi il modo di farsi spazio nell’ambiente del cinema riscuotendo successo, e in Jennifer, bellezza statuaria che sposa un noto cantante. Sembra dunque che la storia proceda per il meglio, lieto fine dietro l’angolo e vissero per sempre felici e contenti. Illusione, perché arrivano le vere protagoniste della storia, le bambole. Così venivano chiamate allora le pasticche, assunte per trovare l’eccitazione o viceversa per calmarsi e farsi abbracciare da Morfeo.
Jennifer è la prima a farne uso ( inizialmente) moderato, consigliandole a Neely, ragazza senza freni e sempre fuori dalle righe, che in breve tempo perde il controllo della situazione assumendone in gran quantità. E infine arriva anche Anne, l’unica che fino alla parte conclusiva del romanzo appare quieta e ragionevole, sempre equilibrata. Ma il rapporto col grande amore della vita, Lyon, in conclusione si rivela per quello che tutti intorno a lei avevano predetto sarebbe stato.
Il lieto fine ne La valle delle bambole non c’è, per nessuna delle tre ragazze nate dalla penna di Jacqueline Susann. L’autodistruzione, in tutte le sue declinazioni, è un perno nelle loro vite.
Nel 1966 il libro fece scalpore, raccontando in maniera piuttosto schietta e priva di censura le donne e il sesso, i cambiamenti della società, la voglia di arrivare in alto senza guardare in faccia nessuno, e la latente tendenza a sottomettersi alle decisioni e ai comportamenti di un uomo negando l’evidenza. Il mondo dello spettacolo, ieri come oggi, è complesso, non sempre chiaro, non sempre pulito, e l’autrice ha certamente attinto alla realtà di allora per raccontarci tutto ciò, molti infatti hanno pensato che la figura di Jennifer si rifacesse a Marilyn Monroe, e quella di Neely a Judy Garland.
E’ comunque rimasto un mondo dove le figure maschili sono presenti e potenti, ma nella spigliatezza e nella schiettezza nel raccontare le donne, possiamo dire che La valle delle bambole è una sorta Sex and the city ante litteram.
Jacqueline Susann
La valle delle bambole
Sonzogno
Pagine: 528
Prezzo: 19,00 euro