Maria Carmela Sciacca, #LaLibraiaGrande della Libreria Vicolo Stretto di Catania.
Odia le telecamere, ama la radio e s’intrufola in tutti i progetti pazzi che le passano tra le mani. “Terrona” nell’animo, tutta caponata e cannoli alla ricotta. Ama le chiacchiere “strizzacervello” e il confronto interculturale. Non crede che ci siano progetti giusti o sbagliati ma che ce ne sono alcuni che hanno valore per la collettività ed altri no.
Laureata in comunicazione in prima battuta a Catania e in seconda a Siena.
Emigrata nei Paesi Baschi da cui oltre all’amore nei confronti della lingua spagnola e del popolo basco si porta dietro, come il guscio di una lumaca, la consapevolezza che il detto siciliano Ci rissi ‘u surci ‘a nuci: “Dammi tempo ca ti perciu!” (Disse il topo alla noce: “Dammi tempo che ti buco!”) è una legge universale.
Crede profondamente nel valore umano della letteratura ed è certa che i libri possano essere reale strumento di evoluzione sociale.
I tre libri consigliati da Maria Carmela:
Moshim Amid – Exit West (Einaudi)
Saeed e Nadia.
Due ragazzi che si trovano ad affrontare uno stato di guerra improvviso nel proprio paese, guerra che è la loro ma nello stesso tempo tutte quelle dei paesi attorno al Mediterraneo.
Attraverso delle “porte nascoste” riescono a passare da una nazione europea ad un’altra vivendo vicende e storie sempre diverse.
Le bombe, i silenzi, la religione, l’amore e la morte vivono dentro e fuori i personaggi del romanzo.
E se si potesse davvero fuggire dalla paura aprendo semplicemente una porta? E se quel varco fosse solo il perpetuarsi di una condizione sempre uguale?
Marino Magliani – L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi (Exòrma)
Un’autobiografia senza soggetto che colpisce allo stomaco.
Il passato ed il presente si alternano in piccoli capitoli dove la presenza del viaggio e della letteratura fa da sfondo ad una vita vissuta tra la Liguria, la Spagna e l’Olanda.
Marino Magliani ci mette davanti ad un romanticismo nostalgico chiedendoci continuamente se siamo in grado di provare il vuoto dell’ “esilio” e se siamo pronti a guardare il mondo attraverso i suoi occhi.
L’acqua, elemento presente in tutto il romanzo, è la chiave di lettura.
«Dicono che gli esuli fanno bene due cose, una è camminare lungo le rive di un fiume, o di un mare, di un lago, di un canale. L’altra è non dormire la notte».
Anat Gov – Oh Dio mio! (Giuntina)
«Quanti anni ha?».
«Cinquemilasettecentosessantasei… la settimana prossima».
«Ahaha. Già, qualche volta anch’io mi sento così…».
Scenografia di uno spettacolo teatrale di Anat Gov, drammaturga israeliana.
Ella, psicologa con un figlio autistico si trova in studio un paziente assai particolare.
Il Signor D. soffre di una depressione che dura da duemila anni.
Il Signor D. è Dio.
S’interroga su sé stesso, sulle sue scelte, spesso autoritarie e senza pietà, che hanno portato l’uomo ad essere nel bene e nel male a sua immagine e somiglianza.
Non riesce però a capire il perché del suo malessere.
Grazie ad Ella scoprirà che la soluzione al suo problema è semplice e millenaria come la sua depressione…
Vicolo Stretto: Via S. Filomena, 38 Catania