Come sarebbe il mondo se fossimo privati della memoria a lungo termine? Se i nostri ricordi si fermassero a quarantotto ore prima o addirittura ventiquattro? Se non potessimo ricordare cancelleremmo tutto quello che di brutto è accaduto nella nostra vita, il rancore e la rabbia verso le persone si annullerebbero permettendoci di creare sempre un rapporto nuovo. Ma, allo stesso modo, ci perderemmo tutto il bello, o anche il fatto di saper superare il negativo e trovare nuova forza per andare avanti. L’amore poi non avrebbe più fondamenta. Non avere memoria: un bene o un male?
La storia raccontata nel romanzo d’esordio di Felicia Yap intitolato Un giorno solo ( Piemme) si basa proprio sui ricordi. Un giorno solo è un giallo ambientato in un piccolo paese vicino Cambridge, Inghilterra. Qui vive Claire Evans, una donna che ama il giardinaggio e la sua casa, è sposata ed è Mono, il che significa che la sua memoria, dall’età di diciotto anni, si ferma ai fatti del giorno prima, per tornare indietro nel tempo deve leggere ogni giorno il sui IDiary, dispositivo elettronico su cui tutti i cittadini scrivono quanto accade nelle loro vite per non dimenticare chi sono e come sono le loro vite. Come fa, perciò, anche il marito di Claire, Mark Henry Evans, famoso scrittore, però Duo e non Mono, ovvero con la capacità di ricordare sino a due giorni indietro.
In un mondo in cui i matrimoni misti tra Mono e Duo non sono visti di buon occhio, specie dai Duo che considerano gli altri come esseri limitati e poco utili alla società, il matrimonio tra Claire e Mark sembra esser stato voluto con il cuore e l’amore, nonostante la depressione che affligge la donna da anni.
Ogni mattina Claire impara chi è suo marito e quando si sono sposati: il 30 settembre 1995 nella cappella del Trinity College. Al matrimonio hanno assistito nove persone.
In una uggiosa mattinata come tante, il corpo di una giovane donna viene ritrovato nel fiume, coperto da un impermeabile troppo grande per lei, pieno di pietre nelle tasche, infilate lì apposta da chi l’ha assassinata, che probabilmente sperava in questo modo di far sparire il cadavere per sempre.
Le indagini si focalizzano immediatamente proprio su Mark. Ma perché? Cosa ha a che fare l’autore con il decesso? Conosceva la vittima? E perché la conosceva? Tutte domande, queste, che non si pone solo il detective Hans Richardson della polizia di Cambridgeshire, ma la stessa Claire, che nella sua condizione di Mono, se non ha annotato sul suo iDiary quanto accaduto giorno dopo giorno, non può ricordarsene. Quel che è certo ai suoi occhi, è che anche senza conoscere fatti precedenti, suo marito non è chi pensava fosse. Ha dei segreti. Certamente l’ha tradita. Ma non può essere un assassino. Chi è dunque la misteriosa donna morta nel fiume?
Il libro di Felicia Yap è originale, brillante, fa perno sui sentimenti umani che possono esistere solo in presenza di ricordi.
Non mancano i colpi di scena, Un giorno solo è una lettura decisamente coinvolgente.
Felicia Yap
Un giorno solo
Traduzione di Stefano Bortolussi
Piemme
Pagine: 402
Prezzo: 19,50 euro