Pensare che la scena di un uomo che la vigilia di Natale 2003 a Boston che si aggira per le strade, nudo, con la testa di una donna in mano, possa avere un qualsiasi collegamento con la vacanza del 1996 a Salt Lake City di una famiglia benestante composta da padre, madre e due figlie, sembra non avere senso, a meno che non si tratti di un thriller mozzafiato, cruento, devastante. Ed è quello che è, infatti: I giorni della follia di Javier Castillo ( HarperCollins) , è un romanzo che ci porta continuamente dal presente al passato, dal passato a presente, per presentarci una storia spaventosa.
Quando l’uomo con la testa mozzata viene fermato e portato in un ospedale psichiatrico per essere osservato dal direttore Jesse Jenkins e da Stella Hayden , profiler dell’FBI, cercare di arrivare ad una spiegazione di quanto accaduto sembra impossibile, anche perché il detenuto sembra non voler collaborare: non parla, non dice come si chiama. Nulla. Almeno sino a quando Jenkins deve andarsene dopo aver scoperto un altro omicidio che lo riguarda da vicino. Allora l’uomo, che afferma di chiamarsi Jacob, si apre con Stella, per dirle che lui non ha niente a che fare con quella testa, che deve e vuole spiegarle tutto, partendo proprio dal 1996, da Salt Lake City. Continua a leggere