Amerigo Speranza. Con un cognome così, la vita deve raccontare qualcosa di più della povertà, della miseria; deve raccontare il futuro. Amerigo Speranza è il nome del protagonista del romanzo di Viola Ardone Il treno dei bambini ( Einaudi): la storia di un bambino prossimo a compiere otto anni, nel secondo dopoguerra, quando non c’era nulla, quando le famiglie si erano trovate dimezzate e senza lavoro, senza soldi, dare un’istruzione ai figli era difficile. Nell’Italia del sud tutto era anche peggio.
Così iniziarono i treni iniziarono a viaggiare verso nord carichi di bambini le cui famiglie quasi non riuscivano a trovare il cibo da portare in tavola.
Tutto organizzato dal Partito Comunista: i ragazzini sarebbero arrivati in città come Bologna e Modena, e lì avrebbero trovato famiglie pronte e ansiose di ospitarli per qualche mese, per farli studiare, per dar loro sempre un pasto caldo e delle scarpe nuove. Non come le scarpe di Amerigo, che erano vecchie e rovinate, che gli facevano male mentre la madre lo trascinava per le vie di Napoli e lo trattava con sufficienza. Continua a leggere