Quando si parla di guerre si parla sempre di uomini. Di chi abbandona la propria casa, moglie e figli per andare a combattere in nome del proprio paese.
La verità però è che in tempo di guerra le donne hanno avuto, hanno sempre un ruolo importante. Ma molto spesso questo ruolo non viene riportato, o viene dimenticato rapidamente. I
laria Tuti nel suo ultimo romanzo Fiore di roccia ( Longanesi), narra proprio una di queste storie: quella delle portatrici carniche, che durante la Grande Guerra sono diventate soldati tanto quanto i loro compagni, al fianco degli alpini.
Schiene, gambe e mani segnate dalla fatica, dal peso delle gerle colme di viveri e munizioni da portare sino alle trincee , le portatrici vennero chiamate dal Comando in difficoltà.
Tuti racconta così di Agata e trenta compagne, che non badavano alla stanchezza per arrivare sino ai soldati e poi ridiscendere a valle. Agata vede corpi irriconoscibili, sangue, sente lamenti e disperazione, lì in cima sul Pal Piccolo, ma d’altronde lei e le altre, di ogni età, erano un vero reparto, e anche se la natura e il conflitto rendevano tutto difficile, ostile, loro sono andate avanti, con la loro storia e la paura che si fa da parte mentre si fa avanti il coraggio.
Attraverso la voce di Agata, che vede le difficili decisioni prese da un capitano, osserva un medico che senza sosta prova a salvare vite, Ilaria Tuti ha raccontato la vera storia delle portatrici, i fiori di roccia, in un romanzo appassionante e necessario per comprendere l’animo umano nel bene e nel male, in tempo di guerra.
“È come se la morte ci avesse chiamate alle armi per difendere la vita. Non possiamo attendere, né affidarci alla speranza. A volte penso che siamo noi la speranza.
E siamo tante”.
Ilaria Tuti
Fiore di roccia
Longanesi
Pagine:: 318
Prezzo: 18,80 euro