Una storia pazza, che prende vita attraverso personaggi pazzi, divertenti e tutti a loro modo, brillanti, è quella narrata da Massimo Roscia in Il dannato caso del Signor Emme ( Exorma).
Ma chi è il Signor Emme? Sveliamo subito il mistero, Emme è Paolo Monelli, giornalista scomparso nel 1984 a Roma. Il New York Times lo ricordò non solo come giornalista ma anche come uno dei romanzieri migliori in Italia. Monelli fu inviato in Europa tra fascismo e resistenza e raccontò all’Italia esperienze eccezionali. Nonostante tutto questo Monelli sembra essere sparito dalla memoria dei suoi compatrioti, insieme al suo immenso lascito.
Così Roscia ha deciso di riportarne a galla l’importanza, attraverso Carla, giornalista, madre, donna assolutamente folle col chiodo fisso di ridare dignità al Signor Emme. Come? Mettendosi alla guida di un vecchio Scuolabus utilizzato come camper, insieme ai suoi due figli, due gemelli identici nell’aspetto ma tanto diversi, perché uno è un bambino P, prodigio, con un’eccezionale capacità intellettiva e un vocabolario che in pochi possono vantare, mentre l’altro ècaso del Signor E infantile, articola male le frasi, ma anche incredibilmente sensibile e artista nel suo vedere il mondo. Con i tre c’è anche lo zio Giordano, un tempo molto vicino alla religione, autore del trattato “Degli eroici furori”.
In un viaggio pazzo, con lo scopo di presentare alla Congregazione dell’Indice delle Vite Cancellate e delle Opere proibite il fascicolo che possa ridare il giusto posto alla reputazione del Signor Emme, il quantomeno estroso gruppo si sposterà tra Parigi, Lisbona, Praga, Francoforte e Roma senza una differenza tra passato e futuro, su piani temporali che si mescolano come le menti dei personaggi di Roscia.
Un libro oltre l’originalità quello del poliedrico autore noto a molti per aver pubblicato, nel 2014 sempre con Exorma, La strage dei congiuntivi.
Massimo Roscia
Il dannato caso del Signor Emme
Exorma Edizioni
Pagine: 314
Prezzo: 16,50 euro