L’impronta scarlatta

Richard Austin Freeman, nato a Londra nel 1862, è di fatto considerato l’inventore del romanzo poliziesco invertito, dove la commissione del crimine viene descritta all’inizio  includendo l’identità dell’autore, e proseguendo con la storia sino ad arrivare alla soluzione del  mistero.

Il primo grande successo di Freeman arrivò nel 1907 con la pubblicazione de L’impronta scarlatta, poliziesco che oggi ritroviamo in libreria grazie a Ronzani Editore e la traduzione di Andrea Comincini.

Ci troviamo dunque a Londra, nell’ufficio del commerciante in oggetti preziosi John Hornby. Qui è appena arrivato un pacco da Sudafrica contenente diamanti rarissimi. Per una serie di circostanze, Hornby è costretto a riporre al sicuro il prezioso carico nella sua cassaforte, ma quando la mattina seguente questa viene aperta, i diamanti non ci sono. Non ci sono nemmeno segni di manomissione, e nessuno ha visto nulla di strano. Ma  sul fondo della cassaforte c’è un foglio bianco  sporco di sangue che rivela l’impronta scarlatta di un pollice.

Da questo unico indizio si dipana l’intricata indagine per scoprire l’identità dell’autore del furto; chiamato a svelare il misfatto, l’ingegnoso dottor John Evelyn Thorndyke, personaggio comparso qui  per la prima volta e poi ritenuto da molti critici il primo investigatore scientifico letterario, professore di medicina legale e protagonista indiscusso degli intrecci di Freeman.

Nel suo operare Thorndyke anticipa i metodi dei moderni laboratori della polizia scientifica: impronte digitali, cadaveri riesumati e analisi di sostanze, oltre a ferree cognizioni di medicina e di chimica sono la chiave di volta per la soluzione degli intricati casi che Freeman costruisce ad arte.

Richard Austin Freeman

L’impronta scarlatta

Traduzione di Andrea Comincini

Ronzani Editore

Pagine: 282

Prezzo: 16,00 euro