Sulla pietra

L’atmosfera in Bretagna è carica di leggende e superstizioni, e quando il fantasma dello Zoppo torna a farsi vedere, sembra che le sciagure piovano come una maledizione antica. In questo contesto oscuro e inquietante, Fred Vargas riporta in scena Jean-Baptiste Adamsberg, il commissario svagato e visionario che i lettori hanno imparato ad amare. Sulla pietra ( Einaudi) porta il lettore in un labirinto di omicidi, rapimenti e misteri che si intrecciano tra loro.

I guardiacaccia Gaël Leuven viene ritrovato morto, ucciso da due precise coltellate. Tutti in paese lo conoscevano, e il sospetto cade subito su Josselin de Chateaubriand, un nobilastro eccentrico discendente del famoso Chateaubriand.

E così, Adamsberg viene richiamato in Bretagna per dipanare una matassa che sembra più intricata di quanto non appaia inizialmente. Come al solito, il commissario si perde in false piste, digressioni mentali e osservazioni che, a prima vista, paiono prive di nesso con l’indagine. Ma è proprio in queste deviazioni che si nasconde la forza di Adamsberg: il suo metodo apparentemente caotico, che si nutre di intuizioni improvvise e connessioni inaspettate, lo conduce sempre alla verità.