Sopra e sotto la superficie, la Fossa delle Marianne non è solo una depressione oceanica ma il riflesso del pozzo emotivo in cui Paula è caduta, incapace di risalire per via dei sensi di colpa e del dolore che l’hanno inghiottita. Eppure, il viaggio con Helmut, tra conversazioni scomode, risate inaspettate e reticenze smontate con ironia, si trasforma in una lenta risalita. C’è una poesia nascosta nei gesti di questi due personaggi: nel loro silenzio a tratti pesante, nelle risate improvvise, negli sguardi che sanno, nel dolore che emerge dalle battute di Helmut e negli abissi di parole non dette di Paula.
La scrittura di Schreiber riesce a tratteggiare questo viaggio fisico ed emotivo con rara sensibilità, leggera ma non superficiale. Dietro ogni dialogo scorre un’inquietudine sincera che ci fa guardare, insieme ai protagonisti, nell’oscurità di un vissuto che non smette mai di sorprendere per la sua autenticità. Il romanzo, a tratti struggente e sempre coinvolgente, lascia una scia di calore, una sensazione che si può tornare a vivere e a respirare anche quando sembra impossibile.
Paula e Helmut ci ricordano che la speranza è possibile, anche nei momenti più bui, e che c’è una via di ritorno dalle profondità più oscure. Ed è proprio questo il messaggio che arriva con forza: nel viaggio verso se stessi si può trovare nuova luce, persino dove tutto sembra perduto.
Jasmin Schreiber
Fossa delle Marianne
Edizioni Alphabeta Verlag
Traduzione di Giovanna Ineselli
Pagine: 238
Prezzo: 18, 00 euro