Milano, una sparatoria, un sicario con casco integrale, una tuta di pelle nera, e due uomini che finiscono al suolo. Questo è l’inizio de L’innocenza dell’iguana di Paolo Roversi, edito Marsilio, che si apre con un colpo al cuore della tranquillità cittadina e poi ci trascina in un vortice che lega Milano a Venezia, l’investigazione tradizionale al crimine informatico, e la sete di giustizia ai fantasmi del passato.
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Il vicequestore Loris Sebastiani si ritrova con un caso tanto complesso quanto inquietante: le vittime della sparatoria, Michele Carras, noto conduttore radiofonico, e Giovanni Fontana, imprenditore, sembrano provenire da mondi che non potrebbero essere più lontani. Eppure, qualcosa li lega, qualcosa che sfugge, che non si vede nemmeno dalle telecamere di sicurezza. Contemporaneamente, il giornalista hacker Enrico Radeschi è momentaneamente avvolto dalle nebbie di Venezia, impegnato in un’altra impresa disperata: aiutare il suo enigmatico amico, il Danese, a ritrovare la figlia scomparsa mentre è braccato dalla polizia.