Per Angelica Alabiso esprimersi non è stato sempre facile: l’idea di dire ciò che pensava e provava creava, quando era ragazzina, un vero e proprio muro di silenzio.
Angelica è la protagonista del romanzo di Rosalia Messina intitolato Uno spazio minimo ( Melville Edizioni), il lettore la conosce attraverso tutti i suoi anni, da quando i suoi genitori speravano fosse un maschio, come quello perso precedentemente durante il parto dalla madre, e l’ultimo nato in famiglia, Germano. Prima di Germano era arrivata Marianna, un’altra femmina, ma mamma Maria sapeva di dover far proseguire il cognome del marito Pietro, è così che si fa. I maschi sono sempre una benedizione.
Arianna cresce e ad un tratto le parole stentano a venir fuori. Non i pensieri, quelli ci sono sempre stati e nessuno glieli può cambiare, ma la voce, quella non ne vuole sapere. Cosa le succede? Dopo visite di svariati specialisti il problema ancora non viene identificato, e col tempo passa. Lo stesso tempo che i suoi genitori hanno impiegato a non parlare di questo fatto, etichettato come un periodo che nessuno in casa ha voluto comprendere davvero.
Dopo un primo matrimonio arrivato e naufragato quando è ancora molto giovane, Arianna si sposa di nuovo, cerca disperatamente un figlio che sembra non voler arrivare mai, gli aborti sono troppi e la ragazza pensa che non ci sia posto per la maternità nella sua vita. Poi ad un tratto arriva, inaspettatamente, Pietro,lo stesso nome del nonno, oramai deceduto.
Anche il secondo matrimonio però non va come dovrebbe, ma Angelica, avvocato e socia dello studio in cui lavora, continua a vivere giorno per giorno, ricordandosi nello scorrere delle pagine di Uno spazio minimo, ciò che è stato: il silenzio che l’ha sempre divisa dalla madre che non sapeva o non voleva ascoltare, esattamente come il padre che nemmeno sapeva parlare ai suoi figli, quel portiere che doveva accompagnarla in ascensore sino alla porta di casa poiché minorenne. I fatti prendono forma, anche il silenzio che non l’ha mai del tutto abbandonata e quel senso di distanza irreparabile dalla mamma, che una volta rimasta vedova e con i figli adulti si chiede in che cosa può aver sbagliato.
Dagli anni del baby boom sino ai nostri giorni, il ritratto che Messina fa è quello di una famiglia apparentemente senza crepe, che in realtà, come molte altre fanno, nasconde solamente con serenità apparente senza mai provare ad aggiustarle, forse senza rendersene mai realmente conto.
Angelica vive molte sconfitte che la portano alla consapevolezza non sempre identificata come tale, ma ricostruisce la sua vita, tentando sempre di farlo a modo suo, senza il giudizio di una famiglia dalla mentalità pesante e ristretta.
Un romanzo molto gradevole quello di Rosalia Messina, siciliana, che ha ambientato la storia degli Alabiso proprio sull’isola che conosce bene. Una trama ben riuscita grazie ad una scrittura precisa e mai stucchevole.
Rosalia Messina
Uno spazio minimo
Melville Edizioni
Pagine: 169
Prezzo: 16,50 euro