Il Capitano Sully e il volo 1549. Cinque minuti per salvare più di cento persone.

Cinque minuti e otto secondi. Pochissimo tempo, che può diventare un’eternità quando ti ritrovi a cercare di salvare la vita a centocinquantacinque persone.sullenberger

Il libro che vado a raccontare è quello di Chelsey B. Sullenberger, anche noto come Sully, il comandante dell’Airbus A320 che il 15 gennaio di sette anni fa è riuscito a far tornare a casa sani e salvi tutti i passeggeri e l’intero equipaggio decidendo per un ammaraggio d’emergenza sull’Hudson, il fiume che attraversa la città di New York.

A mettere nero su bianco ciò che è accaduto quel giorno è stato lo stesso Sully con il giornalista  del Wall Street Journal  Jeffrey Zaslow  in un libro che porta come titolo proprio il suo soprannome. Pubblicato da Harper Collins ( in Italia uscirà il 3 novembre con traduzione di Francesco Mezzanotte), il romanzo riporta sì ciò che avvenne il 15 gennaio 2009 cinque minuti dopo le 15.25, ma c’è di più.

C’è la vita di un uomo che al volo ha dedicato la sua esistenza , grazie ad una passione nata all’età di dodici anni, quando pilotava un monomotore agricolo attraverso i cieli del Texas, per arrivare agli anni passati nell’Aeronautica Militare ai comandi degli F-4 Phantom.

E’ la biografia di una persona che ama da sempre il suo lavoro come ama la sua famiglia, la moglie Lorrie e la figlie Kelly e Kate, capaci di stargli sempre vicine, anche in un momento in cui il rischio di perdersi era concreto. Sully, il libro, è una giusta combinazione tra umanità e meccanica, tra sentimenti e tecnologia, in cui il Capitano Sullenberger racconta nei dettagli in cosa consiste il suo lavoro, per arrivare a spiegare cosa è successo quel pomeriggio.

Il volo nazionale 1549 in partenza  dall’ aeroporto La Guardia di New York  e diretto a Charlotte, nel Nord Carolina, poco dopo il decollo perse l’utilizzo di entrambi  i motori. Il danno venne provocato dallo scontro dell’aereo con uno stormo di oche selvatiche. A quel punto, con la perdita di potenza e la percezione che non sarebbe stato possibile tornare indietro,  con l’aiuto del co-pilota Jeff Skiles, conosciuto poco prima, un’unica soluzione sembrò possibile: portare il velivolo sul fiume, solo spazio aperto raggiungibile velocemente.

"Sully" Sullenberger

“Sully” Sullenberger

Nelle pagine l’ammaraggio è descritto minuziosamente, la possibilità che l’aereo si spezzasse in due dopo l’impatto era concreta, ma grazie all’abilità del Comandante rimase intatto. Subito dopo, in una gelida giornata newyorkese e nelle acque ancor più fredde dell’Hudson, iniziarono le manovre di soccorso per portare in salvo tutti quelli che si trovavano a bordo. Nessuno escluso. E così fu. Sotto gli occhi attenti di Sullenberger, che per ultimo lasciò la scena, camminando, come gli altri prima di lui, su una delle ali dell’aereo che intanto si inabissava.

Jeffrey Zaslow

Jeffrey Zaslow

Il periodo seguente per Sully fu forse ancor più impegnativo della manovra: ci furono notorietà e riconoscimenti, i ringraziamenti da parte di chi si salvò e di chi su quell’aereo neppure c’era, certo. Ma anche indagini, molto stress, la paura che la famiglia si allontanasse da lui perché in fondo, in qualche modo, anche lui si era allontanato.

C’è una pagina del romanzo, in particolare, in cui è racchiuso  perfettamente quello che è il senso del libro:

Kate (…) mi chiese: ” papà, cosa vuol dire integrità?-. Dopo averci pensato un po’, le diedi quella che, col senno di poi, mi sembra una buona risposta: -” integrità significa fare la cosa giusta anche quando non ti conviene”. L’integrità è il cuore della mia professione.

Il libro ha ispirato Clint Eastwood, che ne ha tratto l’omonimo film. Nei panni di Chelsey B. Sullenberger, Tom Hanks.

Chelsey B. Sullivan con Jeffrey Zaslow

Sully

Harper Collins

Pagine: 336

Prezzo: 18,00 euro