C’è un paese in cui la nebbia non si dirada mai davvero. E quando lo fa, non porta chiarezza, ma paura.
I segreti della nebbia di Matteo Monforte (Fratelli Frilli Editori) è un noir cupo e atmosferico ambientato nell’entroterra ligure, a Crocefieschi, dove nel 1988 viene trovato il cadavere martoriato di un ragazzo diciottenne, Billo Bianchi. Un caso violento, inspiegabile, che scuote un paese apparentemente immobile, fatto di poche case, silenzi pesanti e occhi che si abbassano in fretta.

A occuparsi della notizia non è un cronista esperto, ma Oscar De Ferrari, ex bassista punk convertito al giornalismo musicale, spedito lì come punizione. Eppure Oscar, che avrebbe dovuto occuparsi solo di “mettere insieme un pezzo”, si ritrova coinvolto in qualcosa di molto più profondo: un’indagine che gli scivola sotto la pelle, che lo costringe a guardare in faccia non solo l’orrore, ma anche se stesso.
Oscar non è un detective, non è un duro, non è un eroe. È uno che inciampa, che sbaglia, che prova a capire ma spesso non ci riesce. E forse è proprio per questo che funziona così bene: perché ci entriamo dentro facilmente. Lo accompagna Nina, collega brillante e concreta, che ha meno esitazioni di lui e un istinto più tagliente. E poi c’è il capitano Scandale, figura solida e malinconica, che pare l’unico ad avere davvero a cuore la verità. Insieme a loro, si scava in un passato che la comunità ha cercato di rimuovere, in relazioni malsane, in un dolore mai raccontato.