Dodici lumache e una banana split

Prendete alcol, tanto, marijuana, tanta, un po’ di musica, mixate il tutto e avrete l’investigatore più improbabile della storia: Martino Rebowsky. Il personaggio è nato dalla penna di Matteo Monforte, l’avevamo già conosciuto in La vanità dei pesci pulitori e lo ritroviamo oggi in Dodici lumache e una banana split ( Frilli ).

Martino è un indolente, passa le giornate sul divano quando non è in giro per locali nella sua Genova, il che accade più o meno ogni sera, sino all’alba. Rebowsky suona la tromba, e qualche serata pagata riesce pure a farla; a dire la verità non ne ha molta voglia, più che altro ci si dedica quando ha estremo bisogno di soldi.

Insomma, Martino, che non si fa mai sentire dalla madre, che lo tiene d’occhio a distanza tramite un’amica che vive nel condominio del figlio, è uno dei dodici uomini più felici del mondo. Continua a leggere



La stravagante indagine di Martino Rebowsky

Alzi la mano chi non ha mai pensato nella vita di poter essere un ottimo detective, un investigatore coi fiocchi. Tra letteratura e televisione, tra Poirot e CSI, tutti abbiamo risolto omicidi e scovato l’assassino in men che non si dica.

C’è anche chi ci riesce assumendo dosi importanti di alcol e droga quotidianamente. Insomma, non proprio un esempio di Detective affidabile, o di essere umano affidabile. Martino Rebowsky, personaggio nato dalla penna di Matteo Monforte, si cimenta nell’ardua impresa in La vanità dei pesci pulitori ( Frilli Editore). L’infanzia di Martino è stata segnata da duri insegnamenti e dall’ordine: sempre ben pettinato e vestito da Piccolo Lord. Questo l’ha portato ad un rigetto, in età adulta: quando scopriamo il protagonista del romanzo lo troviamo sui quarant’anni, grande e grosso, soprattutto grosso. Beve, fuma, fa uso di droghe e suona la tromba di professione, in giro per il locali di Genova, città natia dell’autore e scenario de La vanità dei pesci pulitori. Le sue scelte fanno infuriare la madre, che sistematicamente dice al figlio che la farà morire di dolore. Continua a leggere