Tra aprile e maggio del 1875 Rimbaud arrivò a Milano dopo un rocambolesco viaggio a piedi dalla Svizzera, e lì venne ospitato da una donna, una vedova dai punti misteriosi che abitava in Piazza Duomo al civico 39. Questa storia è stata raccontata da Edgardo Franzosini in un libro pubblicato da Skira intitolato per l’appunto Rimbaud e la vedova. Il poeta, allora ventunenne, era inquieto, convinto di non avere più nulla da dire, tantomeno da scrivere; per questo aveva iniziato a viaggiare, vagabondando da un paese all’altro. L’autore del volume, dopo essere entrato in possesso di un articolo di giornale, ha scoperto del soggiorno di Rimbaud a Milano e ha deciso di volerne sapere di più: per questo ha dato vita a Rimbaud e la vedova, dove la vedova è una signora dignitosa, il cui marito mercanteggiava in liquori, e madre di un figlio mancato pochi mesi prima dell’arrivo del suo ospite, non è bella, tutt’altro, eppure pare abbia inciso profondamente nella vita del poeta come l’abissina Miriam che gli insegnò a fumare, la fiamminga e procace Mia e la ragazza di Charleville che se ne andò subito dopo il loro primo appuntamento a cui si era presentata con la governante. Continua a leggere