I figli della polvere

In figli della polvere di Arnaldur Indriðason, sceneggiatore e giornalista nato nel 1961 a Reykjavík, porta con sé una storia incredibile, stupefacente, in cui sembra che nessuno possa salvarsi.

E infatti il giallo, edito Guanda, ha inizio in una fredda notte di gennaio a Reykjavík, quando Daniel, da anni ricoverato in un ospedale psichiatrico per schizofrenia, si butta dalla finestra sotto gli occhi del fratello minore Palmi.

Poco dopo, in un altro quartiere cittadino, un anziano signore, un insegnante pensionato, muore in casa sua, in seguito ad un incendio inequivocabilmente doloso, con tanto di tanica di benzina ancora presente sul luogo e il cadavere carbonizzato legato ad una sedia.

E anche se potrebbero sembrare due episodi del tutto indipendenti l’uno dall’altro,  verrà fuori che non è così, affatto.

Daniel è stato allievo di quel professore, per molti anni, come tutti i suoi compagni, una “classe di asini”, così venivano identificati, asini e combina guai, sempre pronti a mettersi nei casini. Per capire quanto le due morti siano collegate, l’ispettore Erlendur deve fare ricerche attraverso le quali scopre che il professore, poco prima di morire, era stato più volte a far visita a Daniel. Perché? Cosa li legava dopo tanti anni?

Nemmeno Palmi, pur cercando nella propria memoria, lo sa e se ne capacita. D’altronde gli anni di differenza col fratello non erano pochi, e lui se lo ricorda praticamente malato da sempre.

Quello che le  indagini  di Erlendur e della squadra investigativa islandese svelano  è qualcosa di  sconvolgente,  qualcosa che si porta dietro ben più di due persone.

I figli della polvere lascia sgomenti, anche per i lettori che amano entrare nelle storie per scovare la soluzione a decessi e delitti non sarà facile giungere alla soluzione sino alle ultime pagine.

Arnaldur Indriðason 

I figli della polvere

Guanda

Pagine: 335

Prezzo: 18,00 euro

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