Una storia lunga sessant’anni, dalla miseria delle guerre ai grandi cambiamenti di una terra, quella del Sudtirol popolata da tedeschi e italiani.
Su questo si basa il romanzo di Katia Tenti Resta quel che resta ( Piemme), un romanzo corale, formato da tanti personaggi, sei famiglie e le loro svariate generazioni, tra paure, segreti, ricchezze e miserie. E
’ il 1925, e tra le figure raccontate c’è Else Steiner, che come suo padre ha dedicato tutta la vita alla musica; vive a Bolzano, e qui ha sempre cantato, fino a quando è stata rimpiazzata da un’italiana. Qualcosa si spezza dentro di lei fino al matrimonio col medico Alfred Gasser. Non un matrimonio d’amore, ma potrebbero essere felici. Se la loto storia non si scontrasse e si intrecciasse con quella di altre famiglie, come gli Egger, che fanno parte di una famiglia ricca e benvoluta. Ma gli Egger hanno un figlio con un forte ritardo mentale, e la madre non può sopportare di avere messo al mondo un essere umano così. Ci sono poi gli italiani come i Marchetti , arrivati da Vicenza per scappare ad un triste destino e cercare il benessere a qualsiasi costo, anche rubare, mentire, vendere ai fascisti i nemici politici, e i Ceccarini, orgogliosi comunisti toscani, con molti figli e una storia che è ancora tutta da scrivere.
In Resta quel che resta Tenti narra le vicissitudini di tutte queste persone inserendole perfettamente nel contesto storico, in un paese in cui tedeschi e italiani sono stati costretti a convivere, dove i secondi hanno dovuto accettare i primi, i Walsche, gli estranei traferitisi come fosse la loro terra promessa. Ma non c’è nulla di facile, gli tialiani vengono sistemati a Sciangai, il quartiere peggiore, con senso dispregiativo.
Convivere e inserirsi non sarà facile per nessuno, ma qualcuno ci proverà utilizzando le armi peggiori, qualcun atro con intelligenza e capacità.
Katia Tenti
Resta quel che resta
Piemme
Pagine: 464
Prezzo: 19,90 euro