Jeanne Hébuterne. La luce di Modigliani

Jeanne Hébuterne. La luce di Modigliani di Stefania Colombo ( Morellini)  è un romanzo che ci invita a guardare oltre il mito di Modigliani per scoprire la donna dietro l’artista: Jeanne Hébuterne. Spesso relegata al ruolo di musa tragica, Jeanne qui prende finalmente la parola. Il libro ci porta a Parigi, in una notte d’inverno del 1920, quando Jeanne è sola con suo fratello André, il cuore spezzato dalla morte di Amedeo Modigliani e con la vita del loro figlio in grembo. Un momento di profondissima angoscia, che Stefania Colombo trasforma in un racconto intimo e struggente.

A vent’anni, tutto è più intenso: la passione, il dolore, l’arte, e Stefania Colombo riesce a trasmettere questa intensità con una scrittura vivida, che porta il lettore a sentire il respiro della Parigi bohémien del dopoguerra. Attraverso i ricordi e i sogni che Jeanne condivide con il fratello, la città si anima di ombre illustri: Picasso, Foujita, Max Jacob, tutti parte di quel mondo artistico che la coppia frequentava. Ma è soprattutto il volto di Modigliani a risaltare, un amore che per Jeanne è stato tutto, anche troppo. Il lettore viene trascinato nelle sue emozioni assolute, quelle che a vent’anni sembrano definitive, ma che lasciano segni indelebili.

Ciò che rende speciale questo libro è la voce di Jeanne, potente e fragile allo stesso tempo. Colombo non la dipinge solo come una figura tragica, ma come una giovane donna appassionata, disperata e forte, capace di ridere e piangere, ricordare e immaginare, anche nel momento della più grande sofferenza. La scrittura riflette questa dualità: c’è luce, c’è oscurità, c’è la vita e c’è la morte, e in mezzo a tutto questo, c’è Jeanne.