Nessuno conosce Sayuki

Dire addio è un’arte sottile. Sayuki la pratica con la stessa grazia silenziosa con cui cura il suo negozio di fiori: con precisione, con misura, con un fondo di inquietudine che sa di bellezza e di gelo. In Nessuno conosce Sayuki , di Francesca Scotti (Bompiani), il taglio netto della separazione tra Sayuki e Vittorio è solo l’inizio: quello che si svela piano è un intreccio di radici, famiglie, rimpianti e tensioni taciute, che si muove come una musica sotto pelle.

Sayuki non si spiega. Decide, e basta.

E attorno a questa sua decisione orbitano Cecilia, la suocera dura come la ceramica, Ambra, la cognata che ha smesso di credere nelle proprie dita di pianista, Samuele, il fratello minore che si divide tra la ricerca accademica e un amore ancora fragile.

Tutti si sentono colpiti dalla fine di un matrimonio che li includeva per osmosi, come se il legame tra Sayuki e Vittorio fosse un asse portante e non un ramo potante.

E invece no. Sayuki ha scelto di tagliare. Non per fuggire, ma per dire qualcosa che nessuno riesce a sentire finché non si trova costretto a guardarsi davvero.