Tra mito della celebrità e paura di non essere amati, Le macchinazioni di Baret Magarian ( Edizioni Ensemble) è un romanzo con punte di ironia che narra qualcosa di grottesco, della nostra società in cui apparire sembra per molti l’unica via per affermare la propria esistenza.
Così Magarian ci racconta di Oscar Babel, giovane di bell’aspetto che nella vita fa il proiezionista in un cinema, che ormai vede il buio della sala cinematografica come una gabbia dalla quale deve uscire ma non sa come farlo.
In realtà Oscar è un pittore, ma l’ispirazione l’ha abbandonato e così trova come valvola di sfogo il suo amico Daniel Bloch. Daniel è uno scrittore, e anche lui è bloccato: sente di non saper più scrivere, ma il confronto con Babel lo porta a scrivere proprio dell’amico, sino a farlo diventare una sua creatura letteraria, inventando per lui una vita tutta nuova ed edificante. Continua a leggere