L’esordio letterario di Silje O. Ulstein, Memorie di un rettile ( Marsilio) è spiazzante, ad alta tensione, un romanzo brillante costruito su più piani temporali, attraverso più personaggi che si riuniscono, a volte con differenti identità, qualcuno cambiato nell’anima, qualcuno rimasto uguale a se stesso, dall’adolescenza alla maturtà.
Liv è una studentessa, ha avuto sin da piccola una vita travagliata, annega le sue mancanze nell’alcol in compagnia degli amici più stretti, di cui si fida. Un giorno trova conforto in un animale non proprio domestico, un pitone moluro di nome Nero. Con lui stabilisce un rapporto quasi simbiotico, sembra assurdo, ma è così: toccare il suo corpo sottile e freddo, abbracciarlo, tutto questo le fa credere che tra loro ci sia un legame unico, le sembra che lei pronunci il suo nome. Continua a leggere