Dall’ormai lontano 1996 e dalla pubblicazione italiana di Marcos y Marcos nel 2003, sugli scaffali delle librerie è riapparso, grazie a Feltrinelli, un classico del genere pulp: Miami blues di Charles Willeford, il primo della cosiddetta Quadrilogia di Miami, scritta dall’autore che ha influenzato tanti colleghi e registi come Quentin Tarantino.
Siamo negli anni ’80, lo scenario quello dell’Eldorado Hotel, dove il detective Hoke Moseley, che qui alloggia a seguito della separazione dalla moglie, si sta riposando dopo una lunga giornata che lo ha visto indagare su ben quattro omicidi. Quando bussano alla porta della sua stanza, Moseley,che è nel pieno tentativo di rilassarsi con un bicchiere di brandy, senza pensarci va ad aprire. Il giorno dopo si ritrova in ospedale, con parecchi lividi, la mandibola in frantumi e senza più pistola e distintivo. Chi può avercela tanto con lui per avergli fatto tutto ciò?
Nel frattempo, sempre a Miami, si sta aggirando un personaggio di nome Frederick Frenger Junior, detto Freddy, che, appena arrivato in aeroporto, avvicinato da un giovane Hare krishna che cercava di portargli messaggi di pace e amore, innervosito gli aveva spezzato un dito, provocando, in maniera del tutto incredibile, la morte del ragazzo.
Una volta “ambientatosi ” in città Freddy conosce Susan, studentessa che nel pomeriggio fa la squillo nello stesso albergo dove lui ha deciso di soggiornare. Susan,non certo di sfolgorante intelligenza, si innamora di Freddy, e forse anche Freddy si innamora di lei, o almeno, la ama a modo suo. Nasce così una storia d’amore contorta e assurda.
Quello che accade in Miami blues è tutto da leggere, pagina dopo pagina. Tra scene di pura violenza e di una crudezza che, avvisiamo, non è per tutti, Charles Willeford ha trovato il modo di inserire anche una buona dose di umorismo ( si capisce perfettamente l’ammirazione di Tarantino), e le risate non mancano.
Charles Willeford
Miami blues
Traduzione di Emiliano Bussolo
Feltrinelli
Pagine: 235
Prezzo: 17,00 euro