Un viaggio nei ricordi nel giardino perduto di Elizabeth Von Arnim.

Mary Annette Beauchamp è un nome che forse a molti non suona familiare. Ben più familiare è lo pseudonimo di questa romanziera britannica ( nata in Australia), vissuta tra la fine dell’ ‘800 e la prima metà del ‘900: Elizabeth Von Arnim.

Il cognome preso dalla scrittrice era quello del marito, il conte tedesco Henning il-giardino-perdutoAugust von Arnim-Schlagenthin, sposato nel 1891 e con il quale visse prima a Berlino e poi nella sua tenuta in Pomerania.

La coppia ebbe cinque figli, ma nel 1908 Elizabeth tornò a Londra, il rapporto col marito era oramai deteriorato e lui morì, due anni più tardi, dopo essere stato incarcerato per truffa e pieno di debiti.

Nel 1898 venne pubblicato il primo libro della Von Arnim, Il giardino di Elizabeth. Il successo fu incredibile, e solo nel primo anno il volume venne ristampato undici volte dall’Editore MacMillan.

 Nel 1900 uscì un nuovo racconto: Il giardino perduto, che prima di finire nel dimenticatoio  venne pubblicato a Boston in un’edizione di lusso, e contemporaneamente a New York, in una rivista, col titolo The Pilous Pilgrimage ( Il pio pellegrinaggio). Continua a leggere



Acronimi e disegni per arrivare al nome di un assassino. Chi è Claire Moren?

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Un romanzo singolare e  imprevedibile: è  Ieri ha chiamato Clarie Moren di Giuseppe Aloe ( pubblicato da Giulio Perrone Editore ). Sarà che all’inizio a parlare è Enea, importatore di arance che in un lungo viaggio da Troia verso Roma porta sulle spalle il padre Anchise per poi rendersi conto che costui è morto, sarà perché per buona parte del romanzo non si riesce a dare una spiegazione al titolo, ma la verità è che dopo un primo straniamento tutto diviene più chiaro, la storia prende forma e porta curiosità.

Si scopre che il personaggio principale in verità non si chiama Enea, non sapremo mai il suo nome, tranne la sua iniziale, S. Continua a leggere



Intrighi, tradimenti e omicidi a San Diego. E’ l’Ora dei gentiluomini.

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Uscito negli Stati Uniti nel 2009 col titolo di The Gentlemen Hour e oggi tradotto e pubblicato in Italia da Einaudi , L’ora dei gentiluomini dell’americano Don Winslow  è il seguito di La pattuglia dell’alba ( pubblicato nel 2010 sempre da Einaudi), e secondo romanzo che vede come protagonista l’investigatore privato ( ed ex poliziotto) Boone Daniels.

Da leggere tutto d’un fiato, come succede spesso con i libri di Don Winslow, la storia è ambientata a San Diego, per l’occasione teatro di sangue, tra malavita e omicidi, e non mancano i collegamenti con i cartelli messicani della droga.

In primo piano  Pacific Beach e l’oceano, con le sue onde e i suoi surfisti, gruppi di persone che si conoscono da una vita, amici che si proteggono a vicenda.

Boone, Dave, Hang, Johnny e Tide sono sempre stati quelli della Pattuglia dell’alba, i primi al sorgere del sole a mettere piede in acqua con le loro tavole. Ma all’improvviso l’equilibrio tra loro viene spezzato, e Daniels si ritrova a passare all’Ora dei Gentiluomini, quella tra le 8.30 e le 9 del mattino, costituita per lo più da ex poliziotti, professionisti e imprenditori. Continua a leggere



Una pasticciera in fuga dalla grande città. O da un piccolo paese?

Ricettario amoroso di una pasticciera in fugaPasta frolla,  burro, zucchero, mele e un po’ di romanticismo sono gli ingredienti di Ricettario amoroso di una pasticciera in fuga, romanzo di Luise Miller, americana che nella vita è veramente una pasticciera. E una scrittrice, ovviamente.

Il libro, pubblicato da Sonzogno, inizia con un incendio all’esclusivo Emerson Club di Boston. Causa delle fiamme è il dolce flambé della pasticciera Olivia Rawlings, che lei stessa ha fatto cadere, rovinando così non solo la sala in cui si stavano festeggiando i centocinquant’anni del circolo, ma anche la sua carriera.

In quel momento Olivia decide di scappare dalla città per rifugiarsi a Guthrie, sperduto paesino nel Vermont, a casa dell’amica Hannah. Continua a leggere



Boileau, Narcejac e La donna che visse due volte.

Probabilmente in molti conoscono questo titolo per via dell’adattamento cinematografico di un certo Alfred Hitchock: parliamo de La donna che visse due volte, film portato sugli schermi nel 1958 che si rifaceva alla bellissima storia raccontata quattro anni prima da Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Oggi il romanzo  dei de autori è stato riproposto da Adelphi,  con la traduzione di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, e,nonostante siano passati sessantaquattro anni dalla prima pubblicazione, non ha perso una virgola del suo fascino.la-donna-che-visse-due-volte

Una storia d’amore e ossessione, di mistero e angoscia, dell’impossibilità di dimenticare e di riportare in vita qualcosa che non si è mai accettato di aver perduto.

Siamo in Francia, la seconda guerra mondiale è in atto,  Madeleine è una donna affascinante, dai capelli neri e gli occhi di ghiaccio, ed è sposata con un importante industriale, Paul Gévigne, uomo sempre impegnato col suo lavoro che ha però il tempo di accorgersi che la moglie, da qualche tempo, sembra come assente, spesso il suo sguardo si perde, la sua mente vaga altrove,e sembra ossessionata dalla figura e dallo spirito della bisnonna, Pauline Lagerlac. Continua a leggere



Omicidi e misteri all’ombra della Madonnina. Da risolvere col giovane Radeschi.

 

confraternita-ossaSono passati dieci anni da quando lo scrittore Paolo Roversi ha fatto conoscere al suo pubblico il giornalista  e hacker Enrico Radeschi, e sono passati anche nove romanzi, nel frattempo. Ecco quindi che l’autore, per la sua decima pubblicazione, ha voluto raccontarci come tutto ha avuto inizio, con un nuovo libro edito Marsilio intitolato La confraternita delle ossa.

Un prequel, dunque, in cui conosciamo un Radeschi molto giovane, che arriva a Milano con grandi aspirazioni, pensando di sbarcare il lunario con articoli su testate nazionali.

Siamo all’inizio degli anni 2000, l’euro sostituisce la lira, non esistono i social network, i cellulari non fanno ancora tutto quello che fanno oggi, e il giovane Radeschi non capisce nulla di computer.

Con pochissimi soldi in tasca ma tanta voglia di fare il suo lavoro e una buona dose di curiosità, Enrico si ritrova a condividere l’appartamento con un cosiddetto nerd, Fabio, che non solo sarà un grande amico, ma si rivelerà fondamentale per le sue ricerche. Continua a leggere



La fantascienza di Philip Dick raccontata da Carrère.

Io sono vivo voi siete morti

Era il 1993 quando lo scrittore francese Emmanuel Carrère decise di scrivere la biografia di uno dei più noti autori di libri di fantascienza, lo statunitense Philip Dick, intitolandola Io sono vivo, voi siete morti. Il libro, già tradotto poco tempo dopo la sua uscita  in Italia ma con poco successo, è stato riproposto nel 2016 da Adelphi. La decisione, presa anche grazie al grande successo di Limonov,  altra biografia ad opera di Carrère in cui ha descritto, confrontandolo a se stesso, il poeta Eduard Limonov, si è rivelata vincente.

Chi conosce Carrère sa quanto nel raccontare le vite altrui ci sia l’idea di dialogare con i soggetti, di rispecchiarsi in loro. Ed è per questo che un libro come Io sono vivo, voi siete morti ( tradotto da Federica e Lorenza Di Lella) più di un ritratto risulta un romanzo vero e proprio, in cui l’autore entra nella vita del suo personaggio, nei suoi libri, nelle sue storie.  Continua a leggere



I sette misteri del pallone.

Il calcio in giallo

Le antologie di racconti  sanno essere molto interessanti, specie quando i suddetti racconti vengono scritti da bravi autori che hanno loro lettori affezionati ( che così  avranno modo di trovare altri narratori a cui appassionarsi) ma che vogliono mettere le loro storie insieme a quelle di altri:  tutte diverse, tutte uniche, ma con un filo conduttore che le unisce. In questo specifico caso il filo è quello della rete del campo da calcio.

La raccolta in questione è infatti Il calcio in giallo, edita Sellerio, i cui racconti sono firmati da Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa, Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami  e Gaetano Savatteri. Continua a leggere



Tre ragazze e grandi sogni. Torna La valle delle bambole.

La valle delle bambole

A cinquant’anni dall’uscita è stato ripresentato al pubblico il romanzo di Jacqueline Susann La valle delle bambole. A rimetterlo sugli scaffali delle librerie con copertina tutta nuova la casa editrice Sonzogno, che ripropone libri della prima metà del ‘900 con la collana al femminile Bittersweet , curata da Irene Bignardi.

La valle delle bambole, dicevamo, è del 1966, e nel corso del tempo è stato sottoposto a svariate interpretazioni e critiche più o meno buone. Ma parliamo del periodo storico in cui il libro è stato pubblicato per la prima volta. La storia è ambientata in America, la Seconda guerra mondiale è appena finita, e New York per molte giovani donne rappresenta un sogno, una meta, un luogo dove rinascere prima  e conquistare il mondo poi. Tra queste fanciulle ci sono anche Anne, Neely e Jennifer, le protagoniste della Susann. Continua a leggere



Tra i grandi classici da leggere e rileggere, le follie di Zia Mame.

Zia Mame di Patrick Dennis

Ogni tanto, tra la moltitudine di libri appena pubblicati che si trovano sugli scaffali delle librerie, vale la pena fermarsi un attimo e riprendere in mano un volume già letto, un classico, ritrovare personaggi e luoghi.

A tal proposito un romanzo ancora molto noto, nonostante sia stato scritto nel 1955, è Zia Mame di Patrick Dennis. Non è certo un caso che sia ancora letto da molte persone, la storia è esilarante. Dennis si è ispirato a sua zia Marion per creare il personaggio principale che ha dato il titolo al volume: una donna eccentrica, forse poco affidabile ma certamente divertente.

Patrick Dennis

Tutto ha inizio negli anni ’20. Un giorno Patrick, di soli undici anni, si ritrova improvvisamente orfano; il tutore scelto dal padre è proprio la zia Mame, che il ragazzino conosce per la prima volta suonando alla porta della sua casa Newyorkese che la suddetta apre indossando un kimono e truccata da geisha. Continua a leggere