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Ricette in Valigia. Il giro del mondo in 50 piatti dei giorni di festa
Ricette a modo mio
Un libro di recette lungo un anno, tutte le stagioni. Un libro che nasce da una famiglia gioiosa in cui il cibo ha sempre avuto un ruolo importante. E’ Ricette a Modo Mio – Un Anno di Golosità Dolci e Salate di Simona Galimberti, che per i suoi trent’anni ha ricevuto in dono dalla sorella un sito, Le torte di Simona, e che da quel momento la cucina non l’ha più abbandonata.
Il libro, pubblicato da Baldini+Castoldi, non è solo una raccolta di ricette, ma una finestra sulla vita e le esperienze dell’autrice, che rendono il volume più personale e coinvolgente.
L’approccio diretto di Galimberti nel rivolgersi ai lettori aggiunge un tocco autentico al libro. Il concetto dietro il libro, che ogni ricetta racconta una storia o è legata a un momento significativo della vita dell’autrice, aggiunge profondità e significato alla cucina come forma d’arte e come espressione di amore e tradizione. Continua a leggere
Cucinare stanca
Serviva l’ennesimo libro di cucina? Probabilmente no. Sicuramente no. Lo scrive la stessa autrice di Cucinare stanca, Manuale pratico per incapacy, Sofia Fabiani.
Sofia, perito chimico con un passato da pasticciera, ha aperto il profilo Instagram @cucinare_stanca, colmo di ricette, riflessioni, argomenti d’attualità, e in poco tempo i followers sono cresciuti così tanto di numero che il profilo è diventato un libro, il suo primo libro, pubblicato da Giunti.
E dunque, ecco il manuale pratico per incapacy, ovvero tutti coloro che si cimentano con ricette e piatti in teoria buonissimi, succulenti, e in pratica…beh, Sofia ha notato giusto qualche errore dovuto ad un gomito appoggiato sulla bilancia mentre si pesa la farina così che una torta alla fine risulta pesante come un muretto a secco, o la frequente abitudine di cambiare qualche ingrediente perché quello scritto sulla ricetta in casa non c’è ma che vuoi che sia, il sapore sarà più o meno lo stesso. Continua a leggere
Le Stories di #Artusi
La scienza in cucina e L’arte di mangiar bene di Artusi è più di un libro di cucina, è un capolavoro per chiunque si sia messo ai fornelli e abbia ciabattato in cucina. Tutte le cuoche avevano l’Artusi.
Ma chi era l’uomo Artusi? A raccontarlo oggi in un nuovo libro sono Luisanna Masnieri, personaggio amato della cucina e Angela Simonelli, professione architetto ma, ça va sans dire, amante del buon cibo. In Le Stories di #Artusi – Vita, ricette e miracoli dell’uomo che ha rivoluzionato la cucina degli italiani, pubblicato da Giunti, sono contenute cinquanta ricette geniali, parola di autrici dell’uomo della cucina.
Artusi di nome faceva Pellegrino: nato a Forlimpopoli nel 1820, unico maschio ad arrivare all’età adulta tra dodici figli, in una terra povera faceva una vita discretamente agiata. Era anche un po’ svogliato se vogliamo dirla tutta, specie a scuola, sempre in vena di bravate.
Per dar lui una raddrizzata, quando ha vent’anni, il padre, uomo d’affari severo, lo porta con sé per mercati e fiere in tutta Italia per imparare a commerciare stoffe e spezie. Ma la vita di Artusi non è sempre stata facile: nel 1848 scoppiano tumulti in tutta Italia, inizia il Risorgimento, Pellegrino si iscriverà alla Giovine Italia di Mazzini, pur non avendo grandi ideali. Pellegrino inizia però così a girare per lo Stivale e ad apprezzare il cibo di ogni zona, diventando il più autorevole esperto di cucina di una penisola appena riunita. Continua a leggere
Ma tu come la fai la caponata?
” Ma tu come la fai la caponata? “ non è solo il titolo di un libro, ma anche una delle prime frasi che si sono rivolti i due protagonisti al centro di questo volume da poco pubblicato da Harper Collins. I due nello specifico sono Chiara Maci, nota food blogger, e Filippo La Mantia, cuoco e proprietario di un ottimo ristorante di Milano. Chiara e Filippo sono una famiglia, hanno un figlio, e due vite piene, che si completano nonostante le differenze.
Maci e La Mantia si sono conosciuti a Roma, quando lui viveva nella capitale, e se è vero che gli opposti si attraggono questa relazione ne è la conferma: Filippo è molto più grande di Chiara, siciliano, anzi gentiluomo siciliano, non appartiene a quella generazione 2.0 dove instagram è diventato un modo per farsi vedere, un blog un modo per far carriera, e soprattutto è un cuoco, non si definisce Chef. Chiara, per contro, nel 2009 ha lasciato una professione nel marketing aziendale per andare incontro all’incerto, aprendo con la sorella un blog chiamato appunto “Sorelle in pentola” per poi intraprendere la strada delle ricette e presto quella della televisione. Continua a leggere