Si ritiene che ogni anno, negli Stati Uniti, centinaia di bambini muoiano per problemi di salute del tutto curabili, a causa delle scelte dei loro genitori, per lo più appartenenti a sette religiose che non riconoscono nella medicina una via di guarigione. Un fatto gravissimo, difficile da spiegare razionalmente, e quindi da combattere in qualche modo.
Su questi fatti si basa l’ultimo romanzo di Nickolas Butler Uomini di poca fede ( Marsilio), che narra la storia di Lyle Hoyde, un uomo in pensione che ama sua moglie, con la quale ha condiviso una terribile esperienza, quella della perdita di un figlio. Può capitare, non si sa perché e per come, anche se Lyle e Peg avrebbero fatto di tutto per lui. In seguito a quell’esperienza devastante, i due coniugi avevano adottato Shiloh. Dopo un periodo di ribellione e lontananza, Shiloh era tornata dai genitori adottivi che non avevano mai smesso di amarla, e poi era nato Isaac, il bambino che Lyle adora, in tutto: se lo porta in giro per le strade che scorrono lungo il Mississippi sino al frutteto in cui da una mano ad un amico per passare quel troppo tempo libero che la pensione gli ha dato, per tenersi occupato e con questa scusa veder crescere quel magnifico bambino. Continua a leggere