
Jesolo

Valeria Fonte, classe 1998, è molto attiva nella lotta contro le discriminazioni, e tra le tante cose che fa in proposito, ha pubblicato con DeAgostini Ne uccide più la lingua, Smontare e contestare la discriminazione di genere che passa per le parole.
Capita di frequente alle donne di sentirsi dire frasi come “Cerca di passarci sopra, dai. Non dovevi vestirti così. Potevi dire no. Lo stupro è un’altra cosa. Perché non hai denunciato? “
Parole a cui le ragazze, secondo molti, dovrebbero abituarsi senza lamentarsi troppo, perché sono così comuni e quotidiane che non stupiscono più. Continua a leggere
Nei sobborghi delle grandi città sembra non succedere mai nulla di interessante.
Villette con giardino ben curato, bambini che possono giocare tranquillamente in mezzo alla strada, vicini che si conoscono e si frequentano e si vogliono bene. Ma se una serie tv come Desperate Housewives ci ha insegnato qualcosa, Toni Jordan, scrittrice vincitrice dell’Indie Award per due volte, sottolinea che non è tutto semplice e pacifico come sembra. E soprattutto di noia non c’è nemmeno l’ombra.
Il suo ultimo romanzo, Questo minuscolo, inutile cuore, uscito in Italia con la casa editrice Marsilio, è infatti una storia tragicomica di intrecci amorosi, matrimoni, tradimenti e divorzi. Continua a leggere
Nel 1952 a New York il Barbizon Hotel era abitato da giovani ragazze lavoratrici, i piani erano suddivisi per professione, e uno era dedicato alle modelle, le cosiddette bambole. Tra loro, per mancanza di stanze negli altri piani, si ritrovava Darby McLaughlin, arrivata in città dall’Ohio per frequentare la scuola per segretarie d’azienda. Darby era timida, impaurita dalla metropoli, si sentiva sola e così distante dalle inquiline dalle gambe da fenicottero, coinvolte nella mondanità e strizzate dentro abiti sgargianti ed elegantissimi.
Il libro che narra tutto questo è La casa delle bambole di Fiona Davis, in uscita oggi per HarperCollins. Ma quella sopracitata è solo una parte della storia, perché la scrittrice ci porta subito dopo ai giorni nostri, nel 2016. Continua a leggere
E’ il 1943 quando sulle pagine del Daily Mail appare un annuncio di ricerca di personale.
Gli impiegati di sesso maschile della NASA ( allora NACA) sono infatti impegnati in guerra, perciò l’industria aeronautica è alla ricerca di ragazze in grado di svolgere compiti di calcolatrici, assistenti tecniche e matematiche.
Pochi lo sanno, ma se John Glenn ha orbitato intorno alla terra e Armstrong ha messo piede sulla luna il merito va anche ad alcune delle ragazze che nel 1943 hanno risposto all’annuncio e hanno trovato lavoro, iniziato come temporaneo in attesa della fine della guerra. Donne afroamericane, per l’esattezza. Le donne che Margot Lee Shetterly ha raccontato nel suo libro Il diritto di contare ( Hidden Figures il titolo originale), uscito in Italia grazie alla Casa editrice Harper Collins, che ha dato poi vita all’omonimo film di successo di Theodore Melfi interpretato da Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner e Kirsten Dunst ( in uscita in Italia l’8 marzo, giorno della Festa della donna).
La Shetterly ha portato avanti un’incredibile ricerca riguardo alla storia di Dorothy Vaughan, Mary Jackson, Katherine Johnsn e Christine Darden, che hanno lasciato il lavoro da insegnanti, la famiglia e tutto ciò che è sempre stato il loro mondo per trasferirsi a Hampton, in Virginia, ed entrare nel Langley Memorial Aeronautical Laboratory. Continua a leggere
Una versione contemporanea di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Come
sposare un milionario di Curtis Sittenfeld, collaboratrice del New York Times e autrice di bestseller americana , è un romanzo coinvolgente, divertente, romantico.
I signori Bennet vivono a Cincinnati e hanno cinque figlie, tutte irrimediabilmente nubili.
Ma se il Signor Bennet ritiene che il matrimonio sia sopravvalutato, la Signora Bennet non vede l’ora di accasare le sue ragazze, e per questo organizza appuntamenti, cene, incontri. In linea di massima tutti improbabili, e certamente senza successo. Continua a leggere
Se vivi a New York sai bene che ci sono dei confini, tra quartiere e quartiere, totalmente invalicabili. E sai anche come si comportano le persone che vivono nelle varie zone della città, soprattutto che queste persone non si incontreranno mai, o se si incontreranno sarà una lotta di sguardi.
Se però non sapete tutto ciò potete impararlo dal libro di Wednesday Martin intitolato Nella giungla di Park Avenue ( BookMe ): un vero e proprio studio antropologico, romanzato, sull’ Upper East Side, la zona più ricca e influente di New York.
Basandosi sull’esperienza personale, la Martin racconta il comportamento degli abitanti di questo quartiere affiancandoli più volte ai primati, al comportamento delle scimmie.
Wednesday abitava nel Greenwich Village con il marito. Quando si sono resi conto di aspettare il primo figlio hanno deciso di traslocare nell’Upper East Side, ma la scrittrice americana non sapeva con esattezza cosa l’aspettava: famiglie ricchissime, appartamenti dove non è possibile entrare previa approvazione di autorevoli condomini, scuole elitarie in cui iscrivere i propri bambini ancora prima che nascano, e madri. Madri agguerritissime su tacchi a spillo logicamente firmati, con borse care quanto un attico, con autisti privati, pronte a guardarti sino all’incenerimento se non fai parte della loro cerchia. Continua a leggere