Pizzica amara

Gabriella Genisi, nota autrice di gialli, è tornata in libreria con una protagonista nuova di zecca: Chicca Lopez. In Pizzica amara (Rizzoli) conosciamo questa giovane carabiniera salentina, una ragazza ribelle, forte e fragile, come la terra in cui è nata.

La conosciamo quando nel cimitero di un paesino vicino Lecce viene scoperta la tomba profanata di un giovane morto qualche anno prima in circostanze sospette, Tommaso Conte. Chi può aver fatto una cosa simile? E soprattutto, per quale motivo?

Poco tempo dopo questo fatto, i corpi senza vita di due ragazze vengono ritrovati nelle vicinanze. Il primo, trovato su una spiaggia, appartiene ad una sconosciuta, di probabili origini balcaniche, il secondo, appeso al ramo di un albero, a Federica Greco, figlia di un ricco Senatore. Quello di Federica potrebbe sembrare suicidio, ma non è così.

Lopez, appassionata di motociclette e impegnata sul fronte ambientale da tanto tempo, dedita alla scoperta dei veleni che ammazzano la Puglia e i suoi abitanti, ha una fidanzata, Flavia, senza lavoro,  che sta diventando ogni giorno sempre più paranoica riguardo il loro rapporto, sempre più pressante. Chicca sente il peso di tutto ciò, darsi alle indagini la aiuterà anche a sopportare tutto questo, anche se sa che probabilmente significherà porre definitivamente fine al legame. Continua a leggere



Alicia Berenson, la paziente silenziosa

Alex Michaelides, nato a Cipro e laureatosi a Cambridge in Letteratura inglese ha firmato un esordio letterario davvero incredibile, una storia noir che lascia un senso d’angoscia nel lettore dovuto ai fatti narrati e all’incredulità che si prova pagina dopo pagina, sino all’ultima.

La paziente silenziosa, questo il titolo del romanzo pubblicato in Italia da Einaudi, è Alicia Berenson, nota pittrice, sposata con un altrettanto famoso fotografo di nome Gabriel. Alicia e Gabriel si amano moltissimo, vivono l’una per l’altro, lo veniamo a sapere grazie al diario che Alicia ha deciso di scrivere sotto consiglio dell’amato, che preoccupato per la situazione psicologica della moglie, crede che mettere nero su bianco le sue sensazioni, i suoi sentimenti e tutto quello che le accade, possa essere un’utile valvola di sfogo, un mezzo per capirsi. Continua a leggere



Ma tu sei felice?

Saverio e Vincenzo si conoscono da molti anni e come tutti gli amici si confidano, si raccontano quello che succede nelle rispettive vite. Capita poi che le loro conversazioni si facciano serie, che uno dei due abbia un problema familiare, e cosi se ne parla per cercare conforto e consigli. Saltando però del tutto da un argomento all’altro perdendo completamente il punto della discussione. In maniera esilarante.

Saverio e Vincenzo sono i due protagonisti del romanzo in forma di dialogo Ma tu sei felice?  di Federico Baccomo, da poco uscito per Solferino. Chi conosce lo scrittore sa quanto possa essere dissacrante, quanto sia tagliente la sua ironia. In questo ultimo libro non è da meno.

I due amici sono presumibilmente sui quarantacinque anni, vivono e lavorano a Milano, sono sposati, e Vincenzo è padre di Giulio, nove anni. E’ l’ora dell’aperitivo, zona Garibaldi, quando Vincenzo domanda a Saverio ” Ma tu sei felice?”. L’amico risponde ” dipende” . Continua a leggere



Tutta colpa della nonna di Filippo

Trentenni che cercano la loro strada, che sanno che quello che hanno scelto di fare è giusto per loro ma non riescono a sfondare, a dimostrare a se stessi e a chi li circonda di essere bravi nel loro mestiere. Se ne sentono molte di storie come questa.

A volte la ruota poi gira, ma nella maniera più impensata. Filippo è uno di questi trentenni, e la sua vita cambia come mai avrebbe pensato, ma non solo sul lavoro, il modo per trovare il cambiamento sta negli affetti. In Tutta colpa di mia nonna di Manuela Mellini ( Baldini+Castoldi), Filippo è un aspirante attore: vive a Milano, ma è romagnolo, la sua famiglia è in Romagna, compreso il fratello che lavora in banca, che ha la stessa fidanzata praticamente da quando è nato, un ragazzo ligio, serio. L’opposto di Filippo, che invece si destreggia tra un lavoro a teatro ma non come attore, e piccole parti procurategli dallo stravagante agente Ricky.  E poi c’è il suo amico Marchino, ex collega dell’Accademia di recitazione, che invece di strada ne ha fatta, viaggia, lavora e frequenta gente importante, e feste a cui è meglio partecipare perché non sai mai chi ci trovi. E infatti, è proprio ad una festa dell’amico che Filippo incontra una ragazza bellissima: i due parlano per un po’, lui sente di doverla lasciare andare, ma proprio quando pensa di avere la situazione in pugno lei sparisce nel nulla senza che gli abbia svelato il suo nome. Continua a leggere



Emma e Venezia. Chiedi alla notte

Antonella Boralevi è tornata in libreria con il sequel de La bambina nel buio, intitolato Chiedi alla notte e pubblicato ancora una volta da Baldini+Castoldi.

Un giallo ancora una volta intrigante, affascinante. Torniamo a Venezia, nel periodo più scintillante dell’anno: quello della Mostra del Cinema. Troviamo quindi Emma Thorpe, protagonista del precedente romanzo, cresciuta, forse più matura, forte ma allo stesso tempo fragile per via di un passato che non può lasciare andare, Emma vive a Londra, è avvocato di Netflix, e quando arriva a Venezia con il fidanzato si trova in mezzo a persone del jet set, attori e registi famosi, feste e red carpet. Tutto fantastico.

Compreso il film per cui Emma si trova lì, che ha per protagonista una giovane attrice bellissima, Vivi Wilson. Vivi non lascia indifferente nessuno, uomo o donna che sia. Sembra che tutti la amino, sembra che lei non abbia difetti; parla con tutti, anche con Emma, esprimendole ammirazione per il suo look per la serata d’apertura.

Ma Vivi viene trovata morta la mattina dopo. In mezzo ad una tormenta, il suo corpo giace sulla sabbia, senza vita. Non si è suicidata la Wilson, è stata uccisa. Così ritroviamo anche l’Ispettore  Alfio Mancuso, una vecchia conoscenza di Emma: insieme anni prima hanno risolto un caso. E soprattutto tra loro c’è una situazione mai risolta, un legame che ha ferito entrambe, che non sono riusciti a dimenticare. Continua a leggere



I consigli del libraio: ad aprile c’è Matteo Zapparelli Olivetti con la Libreria Altrove di Ferrara

«Una libreria indipendente in pieno centro storico, pensata come salotto letterario che in passato ha reso grande la cultura umanistica.»  Elisa Fornasini – Estense.com

La letteratura è un Altrove frammentato in miriadi di storie, conoscenze e curiosità che esistono per arricchire la nostra esistenza. Le parole degli scrittori sono indicazioni per un viaggio interminabile verso mete sempre nuove. La Libreria Altrove, a pochi passi dal cuore pulsante di Ferrara e dal suo bellissimo castello estense, accoglie proposte editoriali e artistiche da tutta Italia: promuove la bibliodiversità ospitando testi provenienti da un’ampia varietà di realtà editoriali. Dai marchi più noti a quelli da scoprire; dai principali gruppi editoriali alle case editrici indipendenti. Tutti accomunati da un unico obiettivo: offrire una lettura di qualità. L’atmosfera della libreria vuole essere rilassata per pomeriggi tranquilli, anche grazie all’angolo lettura dotato di un divanetto e comode poltroncine, per poi ravvivarsi in occasione dei numerosi eventi organizzati.

I tre libri consigliati da Matteo:  Continua a leggere



Un intero attimo di beatitudine

L’amore può cambiare tutto in un solo attimo, sempre. Ancora di più quando si è diciottenni, alla ricerca di se stessi e alla scoperta della vita. E le scoperte possono arrivare proprio dall’amore, magari da parte di qualcuno che mai si sarebbe immaginato neanche solo di poter guardare. Chiara Parenti, autrice di successo, si è dedicata ai più giovani e alla scoperta dell’amore scrivendo un romanzo, con lo pseudonimo di C. H. Parenti , intitolato Un intero attimo di beatitudine ( DeA Planeta).

Qui si parla di Arianna, una ragazza con i capelli rossi, bella e testarda, che non ama molto lo studio ma certamente divertirsi con gli amici. Arianna è appena stata bocciata a scuola, ma non se ne fa più di tanto un cruccio, come molti suoi coetanei sembra svogliata e superficiale: ragazzi, feste e serate fuori sono il suo traguardo. Suo padre è andato via di casa da tempo e non se ne sa più nulla, sua madre, infermiera,  è una donna che prova a fare tutto da sola, riuscendoci in maniera piuttosto marginale, e infatti il rapporto tra le due non è certo idilliaco, anzi Arianna sente di detestare ancora di più Elena ( per sottolineare il loro rapporto la chiama per nome e non mamma), quando questa le trova un lavoro estivo come cameriera in un piccolo bar di Siena, dove vivono. Continua a leggere



Il silenzio della collina

Le difficili relazioni familiari, gli screzi  e gli abbandoni portano a silenzi che possono durare per sempre, alcuni rapporti rovinati non si aggiustano più. Ma c’è chi dice che non è mai troppo tardi, anche se quel tardi significa ritrovare qualcuno in punto di morte.

Domenico Boschis, il protagonista de Il silenzio della collina di Alessandro Perissinotto ( Mondadori) , sa cosa significa non avere più rapporti con un familiare, in questo caso il padre Bartolomeo, un uomo dispotico, a tratti violento, specie con la madre di Domenico, famoso attore di fiction che ha abbandonato la langa nei pressi di Alba, quella amata da Pavese e Fenoglio, dove ancora vive suo papà, per andare prima a Torino con la madre e il suo compagno, e poi a Roma.

Quando Domenico viene a sapere che il genitore è ricoverato in un Hospice, oramai  giunto agli ultimi giorni di vita a causa di un tumore al cervello, decide di partire e andare a trovarlo. Non sapeva nulla Domenico, non che fosse malato, figuriamoci il fatto che oramai le sue ore fossero contate.

Quando arriva nelle Langhe trova un uomo ridotto pelle e ossa, incapace di parlare bene, ma a tratti ancora lucido: riesce così  a fargli domande sul loro passato, quando ancora erano davvero padre e figlio, gli fa mangiare il gelato di cui è ghiotto, ma ogni volta la faccia del padre assume, tutto ad un tratto, un’espressione di terrore, profondo terrore, e le uniche parole che riesce a dire solo “la ragazza”. Continua a leggere



Quello che rimane

A volte anche un banale incidente può rimettere in discussione un’intera vita. In Quello che rimane di Paula Fox ( Fazi Editore), è il morso di un gatto a stravolgere la vita di Sophie.

Sullo sfondo della New York degli anni ’80 l’autrice racconta la vita di Sophie e Otto Bentwood, una coppia quarantenne, senza figli, discretamente benestante, libera da impegni e quindi in grado di fare tutto quello che vuole. Purtroppo però i due non hanno più molto da dirsi, e mentre Otto è in rotta con il suo socio e amico di sempre, Sophie passa le giornate tra un incontro e una cena. Un giorno la donna riceve la visita di un gatto randagio, che arriva nel suo terrazzo. Lei decide di dargli del latte, e lui sembra gradire, almeno sino a quando la graffia e la morde. Il morso inizia a far male, la mano si gonfia. Otto se la prende con la moglie dicendole che non avrebbe dovuto far avvicinare l’animale, si sa che i randagi possono portare malattie,e consiglia a Sophie di farsi vedere da un medico. Ma lei rimanda,e rimanda ancora. Continua a leggere



Lizzie, la musa dei Preraffaelliti

Anche chi non si intende di arte conosce il dpinto del Preraffaellita John Everett Millais intitolato Ofelia. La tela vede la donna  narrata dalla Regina Gertrude nel IV atto dell’Amleto senza più vita, immersa nell’acqua, con i suoi capelli rossi che si espandono , circondata dall’erba e dai fiori, gli abiti rigonfi.

Ma chi è la donna del dipinto in realtà? Elizabeth Siddal, musa ispiratrice dei pittori preraffaelliti, associazione artistica nata in Gran Bretagna nel 1848. La vita della Siddal è raccontata da Lucinda Hawksley in Lizzie Siddal Il volto dei Preraffaelliti, un libro del 2004 oggi riproposto dalla casa editrice Odoya con traduzione di Margherita Ciavarretti e Anna Scopano.

La vita di Lizzie, scopriamo, era legata a quella di svariati pittori, e specialmente a quella del capostipite del movimento, Dante Gabriel Rossetti.

Leggenda vuole che Millais, per realizzare l’Ofelia, abbia passato molto tempo  sulle rive del fiume Hogsmill, nel Surrey, per studiare la natura nei minimi dettagli, e abbia costretto Lizzie a stare per ore e ore immersa in una vasca da bagno per rendere perfettamente reaistica la scena. Il dipinto fece sì della Siddal una donna famosa, ma le procurò anche notevoli problemi di salute da cui non si riprese mai. Continua a leggere